EPR (responsabilità estesa del produttore) nel 2025: una nuova mappatura
L’industria tessile è una delle più inquinanti a livello globale, con un’elevata produzione di rifiuti e un basso tasso di riciclo. Secondo l’European Environment Agency nel 2020 gli acquisti di prodotti tessili nell'UE hanno generato circa 270 kg di CO₂ per persona, per un totale di 121 milioni di tonnellate di emissioni di gas serra e solo l'1% degli abiti usati vengono riciclati in nuovi abiti.
Per affrontare questa problematica, l'UE ha stabilito, attraverso la “normativa dell’Unione europea sulla gestione dei rifiuti”, l’obbligo per gli Stati membri di istituire, entro il 1° gennaio 2025, sistemi di raccolta differenziata per i rifiuti tessili, promuovendo il riutilizzo, la preparazione per il riutilizzo e il riciclo.
Questa iniziativa si inserisce nel quadro dell’EPR tessile (Extended Producer Responsibility), il principio che impone ai produttori di assumersi la responsabilità della gestione post-consumo dei propri prodotti, quindi anche la fase di fine vita.
In altre parole, chi produce, importa o distribuisce prodotti tessili dovrà occuparsi della loro raccolta, del riuso, del riciclo o, in ultima istanza, dello smaltimento controllato, riducendo così la quantità di rifiuti generati.
Nel settore tessile, l'EPR sta assumendo un ruolo sempre più centrale per affrontare l’aumento dei rifiuti e promuovere l’economia circolare. Con normative sempre più stringenti in diversi paesi, le aziende devono adattarsi a nuovi requisiti per garantire la conformità e ridurre l'impatto ambientale della produzione e del consumo tessile.
Mentre l’Europa sta cercando di standardizzare le normative, a livello globale il processo di implementazione è più frammentato. Negli Stati Uniti, ad esempio, l’EPR non è regolamentato a livello federale, ma viene implementato in alcuni stati come California, New York e Washington. In paesi come Brasile, Giappone, India e Corea del Sud, l’EPR è stato adottato per altri settori, ma non ancora per il tessile.
Per comprendere meglio lo scenario normativo globale, la Global Fashion Agenda (GFA) ha pubblicato il GFA Mapping of Global EPR for Textiles, una mappatura aggiornata dello stato dell’EPR nel settore tessile.
Ma cosa contiene questo report? E qual è la situazione attuale nei vari paesi? Scopriamolo insieme.
EPR tessile in Europa: la situazione attuale
La Global Fashion Agenda (GFA) è un'organizzazione no-profit che promuove la sostenibilità nella moda attraverso ricerca, advocacy e collaborazione tra gli stakeholder del settore. Recentemente, ha pubblicato il GFA Mapping of Global EPR for Textiles, un report che traccia le diverse iniziative di EPR per il tessile a livello Europeo e non.
Questo report, costantemente aggiornato, fornisce informazioni dettagliate su:
- Le normative EPR per il tessile nei diversi paesi e le loro differenze
- Gli obblighi per produttori, importatori e distributori
- Le strutture e i finanziamenti dei sistemi di raccolta e riciclo tessile
Il report cita gli Stati europei che hanno adottato l’EPR, distinguendo tra quelli che lo applicano su base obbligatoria o volontaria, quelli che l’hanno attivato ma senza uno schema di conformità approvato, e quelli che lo hanno solo pianificato e programmato.
Paesi con EPR attivo e consolidato
- Francia: La Francia è il Paese europeo più avanzato nell’EPR tessile. Il sistema si basa sulla Loi AGEC, che impone ai produttori di finanziare la gestione post-consumo dei tessili. Inoltre, la normativa francese obbliga i produttori a sviluppare strategie di eco-design, incentivare il riuso e la riparazione e informare i consumatori sul corretto smaltimento dei prodotti attraverso il logo Triman. L’organizzazione francese responsabile della gestione Il sistema è Refashion, che coordina la raccolta e il riciclo dei prodotti tessili.
- Olanda: Dal 2022, l’Olanda ha implementato un sistema EPR obbligatorio per i tessili, con responsabilità attribuita a produttori, importatori e distributori. Il sistema copre un’ampia gamma di prodotti, tra cui abbigliamento, calzature, accessori e tessili per la casa. Le principali organizzazioni responsabili della gestione sono Stichting UPV textiel, Collectief circulair textiel e European recycling platform.
- Ungheria: L’Ungheria ha introdotto l’EPR per il tessile nel 2023. Il sistema include abbigliamento, calzature e tessili per la casa e prevede una tassa sulle risorse naturali (0,50 €/kg) per i produttori e rivenditori che non aderiscono all’EPR. Il sistema è gestito da MOHU.
- Lettonia: L’EPR tessile è stato implementato in Lettonia nel luglio 2024. I produttori, importatori e rivenditori devono gestire la raccolta di abbigliamento, calzature, accessori e tessili per la casa. Il governo ha introdotto una tassa sulle risorse naturali di 0,50 €/kg per chi non partecipa all’EPR. Le principali PRO coinvolte sono Latvijas Zalais Punkts e Eco Baltia Vide.
Paesi con EPR in fase di sviluppo
- Italia: Anche l’Italia si sta muovendo verso l’adozione di un sistema EPR, che tuttavia è ancora in fase di pianificazione. Attualmente, il Paese è in attesa dell’adozione della nuova Waste Framework Directive (WFD) dell’Unione Europea, che fornirà il quadro normativo per la sua attuazione. L’obbligo coinvolgerà le aziende locali ed estere che vendono prodotti tessili in Italia, coprendo categorie come abbigliamento, calzature e tessili per la casa. Il Consorzio Erion è stato identificato come un attore chiave nel futuro sistema EPR italiano, anche se altre PRO potrebbero essere coinvolte nel tempo.
- Spagna: L’introduzione dell’EPR è prevista per aprile 2025. Il progetto pilota Re-viste, a cui partecipano H&M, Inditex e Mango. Il programma testerà modelli di raccolta e riciclo in sei municipalità spagnole.
- Bulgaria: In Bulgaria, il sistema EPR per il tessile è ancora in fase di sviluppo e non è ancora obbligatorio. Si stanno definendo le regole per una gestione più chiara dei rifiuti tessili. Due realtà stanno lavorando in questa direzione: Textile recycling JSC, che raccoglie e ricicla tessuti e calzature collaborando con produttori e importatori, e la Textile recycling association (ATR), impegnata a creare mercati e sistemi per la raccolta differenziata, in linea con le nuove normative europee.
- Portogallo: Il Portogallo si trova in una situazione simile a quella dell’Italia, con un sistema EPR ancora in attesa dell’adozione della nuova direttiva europea. Attualmente, non esiste un obbligo chiaro per i produttori, anche se in molte regioni sono già attive iniziative di raccolta selettiva gestite da attori privati come Humana Portugal.
- Croazia: In Croazia l’EPR non è ancora completamente sviluppato per tutte le categorie di rifiuti. Vengono presi in considerazione al momento solo rifiuti di imballaggi, veicoli fuori uso, oli esausti, batterie e accumulatori, pneumatici usati, rifiuti elettrici ed elettronici. Recentemente è stata introdotta una regolamentazione specifica per la gestione dei rifiuti tessili e calzaturieri (Ordinance on textile and footwear waste, OG 99/15).
- Svezia: In Svezia è attualmente in fase di pianificazione, con un’implementazione ancora non formalizzata. L'obbligo di pensa che ricadrà sulle aziende nazionali che immettono prodotti tessili sul mercato svedese, così come sulle aziende estere che vendono direttamente ai consumatori svedesi. Tuttavia, esiste un’esenzione per i produttori che realizzano tessuti composti per oltre l’80% da fibre riciclate attraverso processi di riciclo fiber-to-fiber.
Paesi con EPR su base volontaria o non ancora definito
- Germania: In Germania, l’EPR per il settore tessile non è ancora stato reso obbligatorio, ma è in fase di sviluppo attraverso progetti pilota, come il programma Textil+Mode, che coinvolge esperti del settore, associazioni industriali e autorità politiche. L'obiettivo è utilizzare l'esperienza del sistema di restituzione delle batterie per sviluppare un sistema di ritiro no-profit su misura per i produttori tessili e di moda di medie dimensioni.
- Belgio: In Belgio l’EPR per il settore tessile non è ancora obbligatoria a livello nazionale. Tuttavia, esistono iniziative volontarie, come Circletex, che mirano a creare un sistema nazionale circolare per la raccolta e il riciclo dei tessili. I prodotti che vengono presi in considerazione sono abbigliamento e accessori, decorazioni per interni, biancheria per la casa e articoli per esterni.
- Regno Unito: Nel Regno Unito, invece, l’EPR per il settore tessile è ancora in fase di valutazione. Sebbene il governo abbia dichiarato l’intenzione di implementarlo entro il 2025, al momento il progetto è stato rinviato per dare priorità all’EPR sugli imballaggi. Non sono ancora stati definiti i soggetti obbligati né l’ambito di applicazione, ma le principali organizzazioni coinvolte nel processo di sviluppo sono WRAP e il Chartered institution of waste management, che stanno studiando le modalità migliori per la sua introduzione.
- Norvegia: In Norvegia, l’EPR per il tessile è ancora in fase di pianificazione. Il governo ha avviato un processo per la sua implementazione nel 2022, istituendo un gruppo di lavoro incaricato di proporre un modello per la responsabilità estesa del produttore. Il rapporto finale è stato consegnato al Ministero dell’ambiente nel 2023, ma al momento non esistono PRO definite, né un quadro normativo chiaro.
EPR tessile negli altri paesi: situazione attuale
La situazione dell’EPR per il tessile nel mondo rispetto al contesto europeo evidenzia un forte divario tra le regioni che hanno già adottato regolamentazioni strutturate e quelle che stanno ancora esplorando la possibilità di implementare un sistema di responsabilità estesa del produttore.
- Stati Uniti: L’EPR tessile è in fase di sviluppo in alcuni stati. New York ha proposto la legge Senate Bill 6654, che impone ai produttori di presentare un piano di raccolta e trattamento dei rifiuti tessili entro dicembre 2024, per poi implementarlo a partire da luglio 2025.
- Canada: Il Canada sta ancora discutendo l’introduzione di un sistema EPR per il settore tessile. Al momento, non esiste una regolamentazione nazionale, ma diverse organizzazioni stanno lavorando per promuovere un modello di gestione sostenibile dei rifiuti tessili. Tra queste troviamo il Canadian circular textiles consortium, il Circular economy leadership Canada e la National association for charitable textile recycling.
- Australia: L’Australia ha implementato un sistema volontario per la gestione dei rifiuti tessili, noto come Seamless clothing stewardship scheme. Questo programma è supportato dal governo e mira a migliorare le infrastrutture per il riciclo tessile, promuovere il design sostenibile e aumentare la responsabilità dei produttori e dei consumatori.
- Cile: Il Cile sta ancora sviluppando una strategia nazionale per i tessili sostenibili, che mira a ridurre la produzione di rifiuti, prolungare la vita utile dei prodotti tessili e promuovere la qualità, il riuso e il recupero.
- Colombia: In Colombia, l’EPR per il settore tessile è attualmente volontario. Il Paese ha avviato un programma per sensibilizzare imprenditori e aziende sulla rilevanza dell’EPR nel settore della moda e sulle normative vigenti a livello nazionale e internazionale. Il sistema è supportato dall’iniziativa Colombia productiva, che offre formazione sulle buone pratiche di gestione dei rifiuti tessili.
- Cina: Il governo ha attuato una politica nazionale per il riciclo dei rifiuti tessili, che include l’abbigliamento, le uniformi professionali, i tessili per la casa e i tessili industriali. Sebbene non esista un sistema EPR obbligatorio, la normativa prevede obiettivi chiari per aumentare i tassi di riciclo, migliorare le infrastrutture e integrare il riciclo nell’industria tessile attraverso incentivi e regolamenti ambientali. Il sistema è guidato dalle autorità governative, con un approccio basato su guidelines e incentivi di mercato piuttosto che su un obbligo diretto per i produttori.
- India: In India, l’EPR per il tessile è attualmente in discussione. Durante la riunione della ESG Task Force del 22 maggio 2024, i principali stakeholder del settore hanno evidenziato la necessità di rafforzare le pratiche di riciclo e uso efficiente delle risorse.
Conclusioni
L’EPR per il tessile sta rapidamente evolvendo a livello globale, con l’Europa che guida l’implementazione di normative obbligatorie e altri paesi che stanno ancora definendo i propri modelli di responsabilità estesa del produttore. Il panorama normativo, però, resta frammentato: mentre alcuni stati hanno già adottato schemi consolidati, altri si trovano ancora in fase di sviluppo o valutazione.
Per le aziende del settore moda, comprendere e anticipare questi cambiamenti è essenziale per rimanere conformi, ridurre i rischi e cogliere opportunità di innovazione e sostenibilità. L’armonizzazione delle normative resta una sfida aperta, ma strumenti come la mappatura di GFA aiutano le aziende a orientarsi in un contesto sempre più regolamentato.
Come affrontare queste sfide? Cikis supporta i brand nella gestione delle normative sulla sostenibilità, aiutandoli a comprendere i requisiti come quelli dell’EPR e a sviluppare strategie concrete per la conformità e la riduzione dell’impatto ambientale.
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