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Intervista a Rittec: il riciclo chimico textile-to-textile del poliestere

Il riciclo textile-to-textile è particolarmente complesso per le fibre di poliestere. Spesso, per questo materiale, si utilizza il processo di riciclo "open-loop", in cui il materiale di recupero viene utilizzato in un processo produttivo diverso da quello originario e subisce un cambiamento nelle sue proprietà intrinseche.

A tal proposito, negli ultimi anni si è registrata una forte crescita della produzione di poliestere riciclato (rPET) nel tessile, che si ottiene fondendo i rifiuti di plastica (solitamente bottigliette in PET) e rifilandoli in una nuova fibra di poliestere. Nel 2020 l’rPET ha raggiunto una quota di mercato pari al 14,7%.

Nonostante la produzione di capi d'abbigliamento a partire da bottiglie di plastica riciclata possa sembrare un'ottima pratica di economia circolare, poiché impedisce alla plastica di finire nelle discariche e negli oceani e poiché il processo di riciclo consente di ottenere una materia prima seconda di qualità pari a quella del poliestere vergine, consumando meno energia, occorre considerare alcuni aspetti negativi:

  • Impatto sull’ambiente: spesso le aziende faticano a ottenere il tessuto rPET bianco, quindi usano candeggina a base di cloro per sbiancare la base. Lo scarso assorbimento del colorante non permette una buona permanenza del colore sul tessuto da lotto a lotto e questo può portare a livelli elevati di ritintura, che richiedono un elevato consumo di acqua, energia e sostanze chimiche
  • Rilascio di microplastiche: secondo uno studio della Plymouth University, nel Regno Unito, ogni ciclo di una lavatrice può rilasciare nell'ambiente più di 700.000 fibre di plastica

Dunque, per ridurre la quantità di rifiuti tessili conferiti in discarica e alleggerire la pressione sugli ecosistemi naturali, è necessario investire in nuove tecnologie che siano in grado di riciclare i rifiuti tessili in poliestere in nuove fibre un numero infinito di volte e di produrre materie prime seconde di qualità paragonabile ai materiali vergini.

A tal proposito, sono in aumento progetti che mirano al riciclo textile-to-textile di tessuti in poliestere, tra cui RITTEC, un'azienda che ha sviluppato una tecnologia in grado di riciclare chimicamente diversi rifiuti di plastica, tra cui bottiglie colorate, imballaggi multistrato e tessuti in poliestere.

Come si articola il processo di riciclo chimico del poliestere e quali sono le differenze in termini di impatti ambientali e di qualità delle materie prime seconde prodotte rispetto al processo di riciclo meccanico?

Ne abbiamo parlato con Carsten Eichert, Managing Director di RITTEC.

Ascolta l’intervista

 

Cikis: Puoi introdurci brevemente la tua azienda? Cosa fa Rittec nel dettaglio e perché siete specializzati nel campo del riciclo? 

 

C: Noi sviluppiamo e forniamo nuove tecnologie di riciclo. In particolare, ci siamo specializzati nello sviluppo di tecnologie di riciclo di rifiuti in poliestere e PET da circa 5 anni.

Il nostro obiettivo è di riciclare i rifiuti in poliestere in nuovi materiali con la stessa qualità delle materie prime vergini. Ciò è possibile attraverso il riciclo chimico del poliestere, che prevede un processo di depolimerizzazione dei rifiuti in monomeri.

 

Cikis: Dove si trovano le vostre strutture e con quali tipologie di aziende del settore moda collaborate?

C: Attualmente gestiamo un impianto pilota a Braunschweig, situato a circa 80 km a est di Hannover, in Germania. 

Produciamo qualsiasi tipo di tessuto in poliestere per qualsiasi azienda di moda che voglia collaborare con noi. 

Fornitori dei brand, ma anche i brand stessi, ci chiedono soluzioni di riciclo e di integrare la nostra offerta tecnologica nella loro strategia aziendale.


Il riciclo chimico del poliestere: di cosa si tratta?


Cikis: La fibra di poliestere è molto utilizzata nel settore della moda e per questo motivo è fondamentale trovare soluzioni di riciclo "a circuito chiuso". Tuttavia, come accennato in precedenza, è una delle fibre sintetiche più difficili da riciclare. In particolare, i rifiuti tessili in poliestere presentano impurità causate da altri materiali tessili, coloranti o additivi. Come si rimuovono le impurità dai tessuti in poliestere?

 

C: La nostra tecnologia prevede una reazione selettiva che consente di riciclare anche miscele tessili.

Il nostro reattore è progettato per "attaccare" solo il PET o il poliestere presenti nella miscela di materiali che giunge all'interno del reattore stesso, utilizzando prodotti chimici specifici.

Ad esempio, nel caso di un tessuto in policotone, solo la parte in poliestere è “attaccata”, mentre la parte in cotone rimane intatta.

Dopo la reazione, otteniamo il poliestere disciolto e ridotto nei suoi monomeri.

I coloranti, gli altri materiali o le impurità sono eliminati mediante l’impiego di altre tecnologie per avere prodotti finali puliti.

Stiamo iniziando a individuare soluzioni per apportare valore aggiunto ai materiali separati durante il processo, come ad esempio il cotone.

 

Cikis: In che modo le vostre soluzioni differiscono da altre opzioni e quali sono i vantaggi e gli svantaggi di queste opzioni?

 

C: Esistono diversi metodi di riciclo chimico, a seconda delle sostanze chimiche utilizzate nella reazione. Ad esempio, i processi di riciclo chimico che impiegano la glicolisi come reagente consentono di produrre solo oligomeri. Tali processi richiedono pressioni e temperature specifiche e talvolta utilizzano catalizzatori.

Il nostro processo è un insieme di processi continui, non utilizziamo solventi, catalizzatori e non utilizziamo alcuna pressione aggiuntiva. Nel nostro processo produciamo monomeri di qualità paragonabile a quelli derivati dalle fonti di base fossile.

Questi aspetti ci danno vantaggi rispetto ad altri processi, tuttavia siamo consapevoli che altre tecnologie potrebbero emergere sul mercato, poiché la quantità di rifiuti di poliestere è così grande da consentirne lo sviluppo.

Le differenza tra riciclo chimico e riciclo meccanico


Cikis: Il vostro processo prevede il riciclaggio chimico dei tessuti in poliestere. Puoi spiegarci qual è la differenza in termini di qualità tra le materie prime seconde ottenute dal riciclo meccanico e quelle ottenute dal riciclo chimico? E, dalla tua esperienza, qual è la differenza in termini di impatti ambientali e di qualità delle materie prime seconde tra il riciclo chimico e il riciclo meccanico?

 

C:  Entrambi i tipi di processi di riciclo hanno impatti sull'ambiente. Il vantaggio del processo meccanico è che consiste semplicemente nel triturare e ricompattare la plastica, permettendo di riciclare i polimeri in nuovi polimeri.

I processi di riciclo chimico, invece, prevedono la decomposizione del polimero per ottenere diversi tipi di prodotti, come ad esempio i monomeri. Pertanto, lo svantaggio del riciclo chimico è che richiede un passaggio in più per riportare i monomeri al polimero.

Tuttavia, il riciclo meccanico produce polimeri di qualità inferiore rispetto a quelli ottenuti con il riciclo chimico, che invece consente di ottenere materie prime seconde di qualità paragonabile a quella dei materiali vergini.

Il riciclo chimico consente inoltre di riciclare il poliestere infinite volte, mentre con il processo meccanico ciò è possibile solo per un numero limitato di volte, e la qualità delle materie prime seconde è molto bassa.

Inoltre, il riciclo meccanico ha bisogno di materiali in ingresso molto puliti, mentre nel riciclo chimico i requisiti per i rifiuti in ingresso non sono così rigidi.

Infine, il riciclo chimico consente di trattare anche il poliestere riciclato meccanicamente di bassa qualità.

Le prospettive future del riciclo chimico

 

Cikis: Quali sono i vostri progetti per il futuro e gli obiettivi che pensate di raggiungere in termini di rifiuti riciclati attraverso la vostra tecnologia?

 

C:  Attualmente, disponiamo di un impianto pilota con capacità di trattamento di 50 kg all'ora. Pertanto, siamo in grado di trattare fino a 50 kg di poliestere all'ora attraverso il nostro processo continuo.

Il nostro obiettivo è quello di costruire il primo sito industriale con capacità produttiva di 8 chilotonnellate all'anno entro la fine del 2023 o all'inizio del 2024.

Per rendere la tecnologia redditizia, la capacità produttiva necessaria è di 12/15 chilotonnellate all'anno.

Inoltre, è importante sottolineare che i rifiuti che trattiamo devono avere un contenuto di PET del 75% circa.

La capacità produttiva e il contenuto di PET dei rifiuti in ingresso sono quindi i principali fattori che influenzano la redditività della tecnologia.

 

Cikis: Pensi che la Responsabilità estesa del produttore supporterà questa transizione?

 

C: Sì, perché attualmente ci troviamo in una situazione in cui molti marchi dichiarano di essere responsabili, ma non agiscono in modo coerente con questa affermazione. 

Con l'adozione della Responsabilità estesa del produttore, anche i brand avranno un ruolo attivo nella gestione del fine vita dei prodotti.

 

Cikis: Di che tipo di supporto avete bisogno dai brand e dalle aziende della filiera?

 

C: Abbiamo bisogno di una maggiore domanda di monomeri riciclati e di tecnologie per produrli a partire dai rifiuti. Ciò favorirebbe l'ingresso di questi prodotti sul mercato. 

Se i brand non accettano l'utilizzo di materiali derivanti da monomeri riciclati, diventa difficile convincere i produttori di poliestere a utilizzare i nostri monomeri.

 

Cikis: Parliamo del prezzo del poliestere ottenuto dal riciclo chimico, puoi darci qualche informazione in proposito?

 

C: Come accade per ogni innovazione, all'inizio il prezzo è più alto perché i volumi disponibili sono ancora limitati. 

Tuttavia, una volta che le tecnologie saranno stabilizzate e sarà possibile aumentare i volumi di produzione, il prezzo tenderà a diminuire fino a raggiungere valori simili a quelli del poliestere ottenuto dalle materie prime vergini.

Conclusioni

 

Il processo di riciclo textile-to-textile delle fibre in poliestere è ancora complesso e poco diffuso. Tuttavia, ci sono sempre più progetti che mirano al riciclo “closed-loop” dei tessuti in poliestere, come ad esempio RITTEC, un'azienda che ha sviluppato una tecnologia in grado di riciclare chimicamente diversi rifiuti di plastica, tra cui bottiglie colorate, imballaggi multistrato e tessuti in poliestere.

Attraverso i processi chimici, è possibile riciclare gli scarti tessili in poliestere in nuove fibre dalla qualità paragonabile a quella del poliestere vergine.

Inoltre, a differenza del riciclo meccanico, il riciclo chimico consente di riciclare gli scarti tessili in poliestere un numero infinito di volte.

Per poter incentivare lo sviluppo di simili tecnologie su scala industriale, è necessario aumentare la domanda di poliestere ottenuto dal riciclo textile-to-textile.

In questo senso, il ruolo dei brand è fondamentale: aumentando la richiesta di prodotti riciclati, possono convincere anche le aziende della filiera a utilizzarli nei loro processi produttivi.

 

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Claudio Ventura
Esperto in economia circolare

Dopo aver conseguito la laurea in Economia Aziendale (percorso in Eco-management), ha approfondito ulteriormente le tematiche legate alla sostenibilità ambientale ottenendo un Master di II Livello in Economia Circolare presso il Politecnico di Bari.

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