Wait a few seconds...

We're redirecting you to the next page.

Intervista a Women At business: certificazione della Parità di Genere e occupazione femminile nell’industria della moda

L'industria tessile e dell'abbigliamento rappresenta uno dei settori chiave dell'economia italiana, con un'elevata presenza femminile. Secondo i dati del Sistema Moda Italia, in media il 59,9% dei lavoratori del settore tessile e abbigliamento in Italia è costituito da donne. Tuttavia, nonostante esse rappresentino la maggioranza della forza lavoro in questo campo, spesso non hanno accesso alle stesse opportunità di sviluppo professionale e alla stessa retribuzione degli uomini.

 

Per affrontare questo problema, nel 2022 il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha introdotto la certificazione della Parità di Genere, che definisce obiettivi politici e azioni chiave per raggiungere la parità di genere in Italia entro il 2025.

Quali sono i principi di questa certificazione e quali vantaggi può offrire alle aziende del settore tessile e moda?

Ne abbiamo parlato con Ilaria Cecchini e Laura Basili, fondatrici di Women At Business, la prima piattaforma di incontri professionali tra donne e aziende.

Ascolta l'intervista

La situazione attuale dell’occupazione femminile in Italia

 

Cikis: Women at Business è un'azienda nata nel 2020 e rappresenta la prima piattaforma di incontri professionali tra donne e aziende basata sul matching delle competenze. Potreste descrivere i motivi che vi hanno spinto a fondare l'azienda e spiegare come funziona la vostra piattaforma?

L: Women at Business è stata fondata con l'obiettivo di contribuire in modo concreto alla situazione dell'occupazione femminile in Italia. Abbiamo scelto di affrontare questo problema attraverso due pilastri fondamentali: la tecnologia e la creazione di un valore sostenibile a lungo termine. Grazie alla tecnologia, abbiamo cercato di superare i limiti del sistema di occupazione femminile che hanno portato alla situazione attuale. In particolare, abbiamo sviluppato un algoritmo di matching  delle competenze tra le donne e le aziende che cercano tali competenze. che lavora in modo oggettivo, basandosi esclusivamente sulle competenze e sui profili delle donne che si iscrivono gratuitamente alla nostra piattaforma. In questo modo, siamo in grado di superare gli stereotipi culturali che in Italia hanno ostacolato e continuano a ostacolare l'ingresso e la permanenza delle donne nel mondo del lavoro.

Il nostro algoritmo di matching si basa esclusivamente sulle competenze, le conoscenze e le esperienze delle donne, senza richiedere informazioni sulla loro età o situazione familiare. Il nostro obiettivo è quello di mettere in contatto le donne con le aziende che cercano le competenze da loro possedute. Tutto ciò avviene all'interno della nostra piattaforma, attraverso due database: uno per le donne iscritte e l'altro per le aziende che supportano la nostra missione e offrono opportunità di lavoro e formazione professionale.

Il nostro secondo pilastro è la creazione di un valore sostenibile. La nostra missione è sostenuta da aziende, associazioni e istituzioni che vogliono valorizzare le risorse femminili e la diversità come elementi arricchenti.

Cikis: Secondo la ricerca "Donne e moda: il barometro 2022" promossa da PwC Italia in collaborazione con Il Foglio della Moda, le donne occupate nell'industria tessile rappresentano il 49% del totale, con una punta del 66,7% nell'abbigliamento. Tuttavia, esse sono principalmente impiegate nella manifattura e solo il 22,6% delle posizioni dirigenziali sono occupate da donne contro il 77,4% degli uomini. Secondo la vostra esperienza, quali sono gli aspetti critici dell'occupazione femminile in Italia e quali sono le differenze rispetto ad altri paesi europei?

I: Per illustrare la situazione, occorre considerare che alla fine del 2020 l’Italia si è posizionata al penultimo posto nell'Unione Europea per quanto riguarda l’occupazione femminile. Nonostante questo dato riguardi il periodo della pandemia, rimane comunque emblematico della difficile situazione italiana.

Culturalmente, rispetto al resto d'Europa, l'Italia è ancora molto indietro per quanto riguarda l'occupazione femminile. Nel nostro paese, le donne sono principalmente impegnate nel lavoro di cura della propria famiglia, una responsabilità che spesso le costringe a rinunciare alla propria carriera professionale. Al contrario, nel nord Europa, esistono dati sulla divisione dei compiti domestici che indicano una distribuzione equa delle responsabilità tra i generi.

A ciò si aggiunge che il divario tra il nord e il sud del paese in termini di occupazione femminile rimane ancora molto elevato in Italia. Questa situazione, oltre a essere critica, comporta un costo sociale significativo.

Cikis: Quali ripercussioni possono avere sulle aziende questi squilibri di genere nelle posizioni dirigenziali?

L: I dati della ricerca di PwC indicano che il settore moda si distingue anche in termini di occupazione. Il dato citato in precedenza, ovvero la presenza del 22,6% di donne in posizioni dirigenziali, se applicato ad altri settori, potrebbe addirittura dimezzarsi.

Tuttavia, è importante considerare che la presenza di donne in ruoli dirigenziali non rappresenta solo un vantaggio per la parità di genere, ma anche per l'arricchimento dell'azienda. Infatti, avere una doppia visione in tutte le funzioni del mondo del lavoro può portare a un business più equilibrato e paritetico, che contempli sia caratteristiche maschili che femminili. Uno squilibrio di genere in entrambi i lati comporta una perdita per l'azienda.

Per noi, il tema principale è l'inclusione, ovvero la possibilità di godere della ricchezza delle diverse prospettive e contributi. Una società inclusiva è sostenibile, poiché investe sul futuro e offre ai giovani un esempio da seguire e un percorso professionale.

Certificazione della Parità di Genere: come può influenzare il mondo del lavoro?

 

Cikis: Nel marzo del 2020, l'Unione Europea ha presentato il documento dal titolo “Un'Unione dell'uguaglianza: la strategia per la parità di genere 2020-2025”, che definisce obiettivi politici e azioni chiave per raggiungere la parità di genere entro il 2025. Per raggiungere questo obiettivo, nel 2022 è stata introdotta la certificazione della Parità di Genere. Potreste descrivere i principi di questa certificazione e i requisiti che le aziende devono soddisfare per ottenerla?

L: Per ottenere la certificazione della Parità di Genere, le aziende devono rivolgersi a uno degli enti certificatori accreditati e superare un percorso di audit. Questo processo di valutazione riguarda l'azienda e le sue politiche del lavoro a 360 gradi e comprende sei macro-aree di valutazione, ciascuna con specifici KPI (Key Performance Indicators) che le aziende devono soddisfare per raggiungere un punteggio complessivo del 60%. Le macroaree di valutazione includono: cultura e strategia, governance, processi di direzione e risorse umane, opportunità di crescita, equità retributiva e tutela della genitorialità.

Per supportare il raggiungimento dei KPI nelle aree di valutazione, le aziende devono adottare specifici processi, come la comunicazione interna ed esterna sulla parità di genere, corsi di formazione contro pregiudizi e stereotipi, e procedure di selezione, assunzione e crescita professionale che sostengano la parità di genere.

Inoltre, per garantire la parità salariale, le aziende devono dotarsi di un meccanismo di controllo e assicurarsi che la certificazione sia solida una volta ottenuta. La certificazione ha una validità triennale, ma deve essere mantenuta ogni anno attraverso un check per verificare la validità dei KPI e il mantenimento del punteggio ottenuto.

Cikis: Secondo voi, qual è l'impatto che l'adozione della certificazione della Parità di Genere potrebbe avere sul mercato?

L: La certificazione rappresenta un percorso culturale importante, il cui impatto si estende a tutta la società. Il suo valore può essere misurato proprio attraverso i criteri che promuovono l'uguaglianza di genere e il benessere comune. Quando le competenze e il lavoro delle donne vengono valorizzati allo stesso modo di quelli degli uomini, si può avere una società più equa, inclusiva e prospera. La certificazione stessa può generare questo effetto culturale e avere un impatto sociale significativo.

Cikis: Per promuovere l'adozione della certificazione della Parità di Genere da parte delle imprese, il sistema prevede un principio di premialità che si realizza con l'introduzione di meccanismi di incentivazione. Oltre ai vantaggi fiscali, quali sono i benefici dell'ottenimento della certificazione della Parità di Genere?

L: La certificazione della Parità di Genere offre diversi vantaggi, sia economici che reputazionali. In primo luogo, le aziende possono beneficiare di uno sgravio contributivo del 1% sui contributi fino a un massimo di 50mila euro all'anno, oltre a poter ottenere una premialità per i punteggi ottenuti nelle gare pubbliche. 

Inoltre, la certificazione include una macroarea dedicata all'employer branding, ovvero alla capacità dell'azienda di comunicare i propri valori all'esterno, puntando sulla parità di genere. Questo può portare a grandi benefici reputazionali e migliorare l'immagine del brand, rendendo l'azienda più attraente anche sul mercato del lavoro, favorendo la retention e l'attrazione di nuovi talenti.

Prospettive future dell’adozione della certificazione della Parità di Genere

 

Cikis: Secondo i vostri dati, quante aziende stanno iniziando o hanno iniziato il percorso per ottenere la certificazione, e quali sono le prospettive di crescita?

I: Per quanto riguarda le prospettive di crescita, ci auguriamo che la certificazione della Parità di Genere venga adottata su larga scala da tutte le aziende, e non solo dalle grandi aziende che hanno già intrapreso questo percorso. 

Ad oggi, i dati ufficiali indicano che solo alcune centinaia di aziende hanno intrapreso volontariamente il percorso di certificazione. L'impegno del governo nel fornire incentivi fiscali mira a diffondere sempre più la certificazione, poiché un mercato del lavoro più inclusivo, con un'adeguata rappresentanza di genere, può portare ad un aumento della partecipazione femminile nel mondo del lavoro.

Cikis: Come vedete le prospettive future per la condizione lavorativa delle donne in Italia?

L: Guardiamo con grande positività alla questione dell'occupazione femminile, poiché se solo il 60% delle donne disoccupate in Italia trovasse lavoro, ci sarebbe un aumento del 7% del PIL. Questo dimostra come la questione dell'occupazione femminile sia importante non solo a livello sociale, ma anche economico.

Tuttavia, i numeri attuali sono preoccupanti e l'Italia si trova in una posizione svantaggiata rispetto ad altri paesi europei. Questa situazione rappresenta un'emergenza e deve assolutamente migliorare. Si tratta di un cambiamento culturale che richiede l'impegno di aziende, istituzioni, normative e delle donne stesse. Queste ultime, infatti, devono essere le prime a promuovere un nuovo mindset e ad agire attivamente per promuovere la trasformazione e il cambiamento. Solo attraverso l'unione di tutte le forze in campo si potrà ottenere un cambiamento positivo per tutti.

Conclusioni

 

L'adozione della certificazione della Parità di Genere rappresenta un importante passo avanti nella promozione di una cultura dell'inclusione e della diversità all'interno delle aziende. 

Dimostrare l'attuazione di politiche e pratiche di lavoro che promuovono la parità di genere non solo consente alle aziende di beneficiare di vantaggi economici e reputazionali, ma anche di contribuire attivamente alla costruzione di una società più equa e sostenibile.

Tuttavia, per raggiungere questo obiettivo, è fondamentale l'impegno congiunto di tutte le parti interessate, dalle istituzioni alle aziende e alle lavoratrici stesse. Solo attraverso un approccio inclusivo e collaborativo si può lavorare verso un futuro in cui le differenze di genere sono considerate un valore aggiunto e non un ostacolo alla crescita e allo sviluppo.

Ricevi in automatico articoli come questo e gli ultimi aggiornamenti sulla moda sostenibile!

Francesca Poratelli
Per analizzare il tuo grado di sostenibilità

Dopo un’esperienza lavorativa in Yamamay ha deciso di specializzarsi nel campo della sostenibilità. Si è occupata di assessment di sostenibilità ambientale e sociale per aziende che spaziano dall’abbigliamento outdoor al merchandising tessile.

Valuta la performance di sostenibilità della tua azienda di moda

Vuoi conoscere il livello di sostenibilità ambientale e sociale della tua azienda? Scoprilo in pochi minuti con il nostro questionario di autovalutazione di sostenibilità aziendale gratuito!