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Certificazione GOTS: cos’è e perché sceglierla

GOTS (Global Organic Textile Standard), insieme ad OCS (Organic Content Standard), è una delle certificazioni più note e riconosciute nei mercati globali per garantire che le fibre tessili (di origine vegetale o animale) siano state coltivate con metodo biologico. I prodotti finali certificati GOTS possono includere fibre, filati, tessuti, abiti, ma anche tessili per l’arredamento e altro. Nel 2020, il numero di strutture certificate GOTS è cresciuto del 34% a livello globale, con più di 10mila partner certificati. In Italia, ad oggi sono 585. Scegliere questa certificazione è una mossa strategica per restare competitivi e in questo articolo vi spieghiamo perché.

Certificazione GOTS: perché è importante

Le coltivazioni e gli allevamenti costituiscono un’ingente fonte di approvvigionamento per il settore della moda, attestandosi nel 2019 intorno al 31% della produzione globale di fibre. Con l’uso di OGM, pesticidi e di grandi quantitativi di acqua, i metodi di allevamento e coltivazione convenzionali per la produzione di fibre tessili possono comportare seri rischi per la salute di lavoratori e consumatori, oltre che per il benessere animale e ambientale. Le loro maggiori conseguenze comprendono la perdita di biodiversità del suolo, l’inquinamento chimico di aria ed acqua e un consumo ingente di risorse. Al contrario, è stato studiato come il metodo biologico – con i suoi divieti e limitazioni delle sostanze nocive – apporti evidenti vantaggi nella riduzione dell’inquinamento ambientale rispetto all’agricoltura convenzionale. Scegliere materie prime biologiche è uno degli elementi che può diminuire gli impatti negativi del settore tessile. In questo senso è però essenziale affidarsi a standard internazionali garanti dell’origine del prodotto. Uno di questi è la certificazione GOTS. 

Certificazione GOTS: i suoi vantaggi per le aziende

Scegliere la certificazione GOTS per la propria azienda comporta numerosi vantaggi:
 

  • Garanzia ad ampio spettro: i prodotti GOTS comportano non solo la garanzia dell’origine biologica del prodotto, ma anche quella di una lavorazione responsabile, coprendo l’intera catena di approvvigionamento, dalla produzione al commercio e aumentando così l’affidabilità dell’azienda presso i consumatori finali.
  • Responsabilità sociale: GOTS stabilisce requisiti in materia di condizioni di lavoro e sociali equivalenti a quelli dei principali standard di sostenibilità sociale. In questo modo, viene garantita anche la tutela della salute e dei diritti dei dipendenti, aumentando il livello di sostenibilità complessivo dell’azienda. La fase di coltivazione è protetta dagli standard nazionali di agricoltura e allevamento biologico che garantiscono il rispetto di tutte le norme che regolano il lavoro e i diritti dell’uomo.
  • Output chimici più puliti: dal punto di vista ambientale, GOTS segue una Manufacturing Restricted Substance List (MRSL), ovvero un elenco di sostanze vietate all’uso durante i processi produttivi. È infatti compliant di primo livello allo standard ZDHC, sempre più richiesto da buyer e consumatori. Ne abbiamo parlato qui.
  • Supporto nella gestione ambientale: gli enti certificati hanno accesso ad un servizio per raccogliere dati sul consumo di acqua ed energia (per kg di prodotto tessile), permettendo di controllare la gestione ambientale e il trattamento delle acque reflue, aspetti fondamentali per diminuire gli impatti aziendali.
  • Semplificazione: la certificazione GOTS semplifica il management dell’intera filiera, riducendo i costi per le aziende che non devono più occuparsi di tracciarla da sé.
  • Migliore risk management: verificata da corpi di certificazione indipendenti, la certificazione GOTS rappresenta uno strumento di gestione del rischio per gli acquirenti.

Il logo GOTS può essere applicato al prodotto finale solo se tutte le sue fasi soddisfano i criteri GOTS, pertanto tutti, dai produttori ai venditori del tessuto, devono essere certificati. Questo non vieta però alle aziende di comprare un filato o tessuto GOTS e di seguire poi processi di finissaggio e manifattura non certificati, purché il prodotto non venga falsamente dichiarato GOTS. Ciò assicura comunque all’azienda garanzie precise sui criteri sociali ed etici dell’approvvigionamento, oltre che sulla provenienza biologica delle fibre, dando certezze al consumatore finale.

In definitiva, adottare la certificazione GOTS è una mossa strategica per differenziare la propria azienda, aprendo l’accesso a nuovi mercati (come per esempio gare di appalto pubbliche), assicurando valore aggiunto ai propri prodotti e posizionandosi come innovatori di mercato.

La differenza tra la GOTS e le altre certificazioni

BCI (Better Cotton Initiative)

Nata grazie ad una serie di tavole rotonde del WWF nel 2005, la BCI (Better Cotton Initiative) è stata sostenuta da brand come Adidas, Gap, H&M e IKEA e si basa su sei pilastri: l’eliminazione di alcuni pesticidi e il divieto del loro uso a minorenni e soggetti deboli; un più efficiente uso delle risorse idriche; la salubrità del suolo; la conservazione degli habitat naturali; la qualità della fibra e la dignità dei lavoratori. A differenza di GOTS però, è ammesso l’uso di OGM e sono tollerati alcuni pesticidi. Al contempo, la conservazione degli habitat naturali non prevede obblighi superiori al rispetto delle leggi nazionali. Per queste ragioni è stata considerata più debole rispetto alla certificazione GOTS da Changing Markets Foundation, come riportato in questo report del 2018.
 

OCS (Organic Content Standard)

L’Organic Content Standard è promosso a livello internazionale da Textile Exchange, una delle più importanti organizzazioni non-profit internazionali per lo sviluppo responsabile e sostenibile nel settore tessile. Anche questa certificazione prevede il rilascio di una dichiarazione ambientale verificata da parte terza che assicura il contenuto di fibre naturali da agricoltura biologica nei prodotti tessili, sia intermedi che finiti, oltre che il mantenimento della tracciabilità lungo l’intero processo produttivo. Nello specifico, esistono tre diversi loghi corrispondenti a tre diverse dichiarazioni di conformità, a seconda delle quali i prodotti possono contenere il 100% di fibre bio certificate, almeno il 95%, oppure dal 5% al 95%. I prodotti GOTS invece, possono essere “biologici” con un minimo di 95% di fibre bio, oppure “fatti con materiali biologici”, richiedendo almeno il 70% di fibre bio. Allo stesso modo, non rientrano nelle finalità dello standard OCS e non sono quindi oggetto di verifica i requisiti qualitativi e le caratteristiche di sicurezza dal punto di vista chimico, così come le performance e gli impatti ambientali, né i criteri sociali.

 

Certificazione GOTS: cos’è e perché sceglierla

I limiti della certificazione GOTS: come affrontarli?

Negli anni, sono stati sollevati interrogativi riguardo ai limiti del metodo biologico, uno dei quali è quello di non essere in grado di soddisfare la crescente domanda tessile globale. In questo senso per le aziende, altre opzioni si prospettano possibili. Cikis si occupa proprio di guidarle nella scelta della soluzione ecosostenibile più adatta alle esigenze aziendali. Una soluzione è quella dell’agricoltura rigenerativa, portata avanti – tra gli altri – da aziende del calibro di Patagonia, ma anche da startup innovative come Trace Collective. Un’altra possibile soluzione è quella dell’utilizzo di tessuti riciclati, perseguita – tra gli altri – da Berto Industria Tessile, eccellenza italiana del denim riciclato. Abbiamo intervistato Flavio Berto di Berto Industria Tessile e Antonia Halko di Trace Collective in due episodi del nostro podcast prossimamente disponibile su Spotify.

Per quanto concerne invece il risk management, gli enti di certificazione GOTS si impegnano ad effettuare controlli stringenti su tutte le filiere coinvolte. Non mancano però scandali come quello derivato dalla scoperta dall’ente di accreditamento GOTS IOAS di 20.000 tonnellate di cotone falsamente spacciato per biologico, avvenuto ad ottobre 2020 in India. Possiamo quindi dire che essere o comprare prodotti certificati rappresenti certamente una garanzia e un fattore di differenziazione, ma che per avere il più alto grado di sicurezza possibile ed evitare scandali reputazionali la soluzione finale è conoscere a fondo i propri fornitori e subfornitori, richiedendo loro la sottoscrizione di una Policy di sostenibilità.

Cikis aiuta le aziende ad essere più sostenibili effettuando un’analisi completa della loro filiera, attraverso la creazione e l’invio di questionari specifici a tutti i fornitori locali ed esteri e verificandone la documentazione necessaria per valutare le singole performance alla luce delle certificazioni riconosciute e secondo gli standard internazionali

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Serena Moro
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Consulente di sostenibilità specializzata nelle attività di pianificazione, con un’attenzione specifica allo sviluppo di filiere sostenibili e tracciate.
Ha fondato Cikis per portare un impatto concreto nel mondo della moda.

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