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Come calcolare l'impronta di carbonio: il ruolo delle emissioni Scope 3 nell'industria della moda

Affrontare le sfide della sostenibilità richiede strategie a breve e lungo termine, unite a azioni concrete. Al cuore di qualsiasi strategia efficace per il clima c'è la necessità di tracciare, allocare e misurare con precisione le emissioni di carbonio.

La comprensione dell'impronta di carbonio aziendale può risultare complessa a causa delle intricate dinamiche della catena del valore della moda e delle sfide nel monitorare e misurare le emissioni lungo l'intero processo produttivo. Ciò è particolarmente vero per quanto riguarda la misurazione dello Scope 3, che incorpora le emissioni indirette generate da processi o impianti non direttamente controllati dall'azienda ma riconducibili alla sua catena del valore (come il trasporto dei prodotti finiti e le attività non incluse nello Scope 2).

Cosa implica il calcolo delle emissioni Scope 3 e quali sono i benefici ambientali e strategici di questa attività?

 

 

Cosa sono le emissioni Scope 3 e perché sono rilevanti per l'industria della moda

 

Come già discusso in passato, secondo la norma ISO 14064-1:2018 e il GHG Protocol, per poter calcolare in modo esaustivo la Carbon Footprint di un’intera organizzazione è necessario contabilizzare le emissioni di gas serra (GHG) Scope 1, Scope 2 e Scope 3.

Le emissioni Scope 3 sono una conseguenza delle attività dell'azienda, ma provengono da fonti non possedute o controllate dall'azienda. Alcuni esempi di attività dello Scope 3 sono l'estrazione e la produzione di materiali acquistati; il trasporto di combustibili acquistati; e l'uso di prodotti e servizi venduti. Queste emissioni sono più difficili da calcolare e controllare perché sono generate da terze parti per le quali l'azienda ha visibilità o controllo limitato. 

Nell'industria della moda, le emissioni Scope 3 sono particolarmente rilevanti poiché la maggior parte delle emissioni di gas serra proviene dalla catena di fornitura, dal trasporto, dall'uso e dallo smaltimento dei prodotti. Pertanto, la gestione e la riduzione delle emissioni Scope 3 possono avere un impatto significativo sulla riduzione dell'impronta di carbonio complessiva dell'industria della moda.

Le emissioni Scope 3 sono divise in 15 categorie, organizzate in due tipologie: emissioni a monte o a valle nella catena del valore. Spesso, queste emissioni corrispondono alle emissioni Scope 1 e 2 di altre aziende.

 

 

Come calcolare le emissioni di Scope 3 secondo il GHG Protocol

 

Il GHG Protocol, uno standard globale che fornisce un quadro completo e standardizzato per misurare e gestire le emissioni di gas serra da operazioni pubbliche e private, ha sviluppato la "Technical Guidance for Calculating Scope 3 Emissions" un approfondimento aggiuntivo rispetto alla guida generica Corporate Accounting and Reporting Standard. Questo documento fornisce informazioni specifiche sui metodi per calcolare le emissioni di gas serra per ciascuna delle 15 categorie dello Scope 3, le fonti di dati, le fonti di dati e include esempi pratici. Questo documento dovrebbe essere utilizzato durante il calcolo delle emissioni in combinazione con il Corporate Accounting and Reporting Standard.

Il documento offre dettagliate linee guida per il calcolo delle emissioni in ciascuna delle 15 categorie di Scope 3, comprese le fonti dei dati ed esempi dettagliati. La scelta dei metodi di calcolo da parte delle aziende dovrebbe basarsi su diversi criteri, tra cui le dimensioni relative delle emissioni, gli obiettivi aziendali, la disponibilità e la qualità dei dati, nonché i costi e gli sforzi richiesti.

Le categorie di emissione analizzate sono:

  1. Beni e servizi acquistati
  2. Trasporto e distribuzione
  3. Viaggi dei dipendenti
  4. Utilizzo del prodotto
  5. Trattamento e smaltimento dei rifiuti generati dalle operazioni
  6. Attività relative a combustibili ed energia (non incluse nello Scope 1 e 2)
  7. Attività di trasporto a valle
  8. Attività di trasporto a monte
  9. Attività di lavorazione a valle
  10. Attività di lavorazione a monte
  11. Utilizzo di materiali venduti
  12. Fine vita dei prodotti venduti
  13. Beni immobili in locazione a terzi
  14. Attività di franchising
  15. Investimenti

Alcune di queste attività saranno incluse nello Scope 1 se le fonti di emissioni pertinenti sono di proprietà o controllate dall'azienda. Per stabilire se un'attività rientra nello Scope 1 o nello Scope 3, l'azienda dovrebbe fare riferimento all'approccio di consolidamento selezionato (equity o controllo) utilizzato per definire i suoi confini organizzativi.

 

 

Gli step per il calcolo e la gestione delle Emissioni di Scope 3

 

  1. Descrivi la catena del valore: la valutazione delle emissioni dello Scope 3 non richiede un'analisi completa del ciclo di vita. Tuttavia, è fondamentale definire una descrizione generale della catena del valore e delle relative fonti di gas serra per garantire trasparenza. Le categorie dello Scope 3 elencate possono essere utilizzate come checklist. Le aziende devono prendere decisioni sulla inclusione di livelli a monte e a valle nello Scope 3, guidate dall'inventario aziendale e dalla rilevanza delle varie categorie.
  2. Determina le categorie rilevanti dello Scope 3: solo alcune categorie di emissioni a monte o a valle potrebbero essere rilevanti per l'azienda. La loro rilevanza può dipendere da diversi fattori, come l'ampiezza rispetto alle emissioni dello Scope 1 e dello Scope 2, la contribuzione al rischio di gas serra, l'importanza per gli stakeholder chiave e la presenza di opportunità di riduzione delle emissioni influenzabili dall'azienda.
  3. Identifica i partner nella catena del valore: riconosci eventuali partner che potrebbero contribuire in modo significativo alle emissioni di gas serra lungo la catena del valore, come clienti, progettisti, fornitori di energia, ecc. Questo è cruciale per individuare le fonti, ottenere dati rilevanti e calcolare le emissioni.
  4. Quantifica le emissioni dello Scope 3: nonostante la possibile ridotta accuratezza dei dati, è essenziale comprendere la magnitudine relativa e i cambiamenti potenziali nelle attività dello Scope 3. Le stime di emissioni sono accettabili, purché vi sia trasparenza sull'approccio utilizzato e i dati supportino gli obiettivi dell'inventario. La verifica delle emissioni dello Scope 3 potrebbe essere complessa, ma andrebbe considerata solo con dati affidabili.

 

 

Perché calcolare e ridurre le emissioni Scope 3

 

Il monitoraggio e la riduzione delle emissioni dello Scope 3 comportano una serie di benefici ambientali e strategici cruciali:

  • Trasparenza: l'analisi delle emissioni Scope 3 offre un livello superiore di trasparenza riguardo alle attività commerciali e alle relative impronte ambientali. Ciò consente lo scambio attivo di dati con i fornitori, l'impostazione di obiettivi ambiziosi di riduzione e la pubblicazione dei progressi per aumentare la visibilità e la responsabilità verso gli obiettivi di sostenibilità.
  • Riduzione di CO2: identificare e gestire le emissioni Scope 3 consente alle aziende di sviluppare una stratesgia di catena del valore/acquisto improntata alla sostenibilità. Questo assicura che ogni componente operativo contribuisca agli obiettivi di riduzione delle emissioni, garantendo un impatto duraturo.
  • Miglioramento della reputazione: fissare obiettivi allineati alla Science Based Target initiative è un modo scientifico e pubblico per comunicare gli obiettivi di riduzione delle emissioni e per stabilire traguardi ambiziosi, come il raggiungimento delle emissioni nette nero. La Science Based Targets Initiative (SBTi) è un'iniziativa congiunta di diverse organizzazioni che sviluppa metodi e criteri per definire obiettivi di riduzione delle emissioni in linea con le raccomandazioni scientifiche per contrastare i cambiamenti climatici. Gli obiettivi, noti come Science Based Targets (SBT), devono essere basati su basi scientifiche e devono tener conto delle emissioni scope 1, 2 e, se superano il 40% delle emissioni complessive, anche dello scope 3.
  • Coinvolgimento dei fornitori: il monitoraggio delle emissioni Scope 3 coinvolge attivamente i fornitori nel processo di riduzione delle emissioni, consentendo alle aziende di integrare metriche sulle emissioni negli standard di approvvigionamento e monitorare le performance dei propri fornitori. Questa collaborazione attiva crea una partnership significativa per implementare cambiamenti rilevanti lungo l'intera catena di approvvigionamento.
  • Promozione degli ecosistemi: la gestione delle emissioni Scope 3 permette di partecipare ad iniziative settoriali per le best-practice, certificazioni e attivismo. Attirare nuovi consumatori sensibili alle tematiche della sostenibilità contribuisce ad intensificare gli sforzi di sostenibilità dal lato della domanda.
  • Ottimizzazione dell'organizzazione: misurare e gestire le emissioni Scope 3 consente alle aziende di ottimizzare le proprie operazioni. Concentrando gli sforzi sulla riduzione delle emissioni più impattanti lungo la catena del valore, le aziende possono raggiungere una decarbonizzazione più efficace, migliorare l'efficienza operativa e perseguire gli obiettivi di sostenibilità in modo mirato e trasparente.

 

 

Case studies:

 

Nel settore moda, numerose imprese stanno implementando strategie concrete per monitorare e ridurre le emissioni di gas serra, focalizzandosi in modo particolare sulle emissioni di Scope 3. 

OVS: il brand italiano di abbigliamento per uomo, donna e bambino ha proseguito il suo impegno verso la decarbonizzazione, raggiungendo gli obiettivi del 2022 approvati dalla Science Based Targets Initiative, concentrandosi sull'efficienza energetica dei negozi e sull'evoluzione del portafoglio materiali. Inoltre, il Bilancio di Sostenibilità aziendale del 2022 rivela che OVS sta sviluppando strategie per ridurre gli impatti delle emissioni di Scope 3.

Veja: il marchio di sneakers a ridotto impatto ambientale ha condotto un dettagliato calcolo delle emissioni di Scope 3, comunicando efficacemente i risultati e rivelando che le emissioni di Scope 1 e 2 rappresentano solo lo 0,03% dell'impronta di carbonio totale dell'azienda, affermando che “Only scope 3 matters”.

Atlantis headwear: il brand italiano di cappelli e berretti ha intrapreso un percorso per calcolare emissioni di Scope 3 e definire un piano di decarbonizzazione in collaborazione con Cikis Studio. La direzione di Atlantis sta esplorando la possibilità di allineare gli obiettivi di riduzione delle emissioni con quelli proposti dalla Science Based Targets Initiative (SBTi), cercando soluzioni innovative attraverso simulazioni di diversi scenari. Inoltre, ha fissato obiettivi a breve termine SBTi per le emissioni Scope 1 e 2. L'implementazione di queste strategie potrebbe portare a notevoli riduzioni delle emissioni, proiettando Atlantis verso obiettivi ambiziosi di sostenibilità.

 

 

Conclusioni

 

Per le aziende del settore moda, la misurazione accurata delle emissioni, specialmente quelle relative allo Scope 3, riveste un ruolo cruciale per una riduzione effettiva dell’impronta di carbonio.

Questo approccio non solo contribuisce alla trasparenza nelle attività commerciali, coinvolgendo attivamente i fornitori, ma favorisce anche l'ottimizzazione delle operazioni aziendali, garantendo un impatto duraturo e trasparente sulla sostenibilità e sulla responsabilità aziendale.

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