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Intervista a The Paac: benefici, sfide e prospettive del fashion renting

Negli ultimi anni, il settore della moda ha assistito a una progressiva crescita dei business di fashion sharing, soprattutto sotto forma di piattaforme di vendita o noleggio peer-to-peerbusiness-to-consumer.

Secondo un rapporto di Grand View Research sull’analisi di mercato del fashion renting online, è previsto che questo modello di business crescerà dell'8,5% fino al 2030. Il rapporto indica che nel 2021, l'Europa ha rappresentato il secondo segmento più grande del mercato, con una quota del 26,91%. In particolare, l'Europa occidentale è il segmento dominante grazie all'elevato potere d'acquisto e ai consumatori attenti alla moda in paesi come Francia, Italia e Regno Unito.

Il fashion renting rappresenta una strategia di economia circolare che può migliorare il livello di sostenibilità del settore moda, ma solo se si verificano alcune condizioni, influenzate da fattori come il tasso di utilizzo del capo di abbigliamento, la vicinanza dello store che offre il servizio di noleggio e i mezzi di trasporto utilizzati dai clienti.

In che modo le aziende possono assicurarsi di rispettare tali condizioni e garantire un impatto ambientale ridotto rispetto al tradizionale acquisto dei capi?

Ne abbiamo parlato con Alessandro Franzese, Founder & Ceo di The Paac, startup che offre un servizio di noleggio di abiti e accessori femminili.

Ascolta l'intervista

La sharing economy nel settore moda 

 

Cikis: The Paac applica la logica della sharing economy al mondo della moda, attraverso il servizio di noleggio di abiti e accessori. Ci racconti da dove nasce l’idea e le ragioni che ti hanno spinto a investire sul fashion renting?

A: L'idea alla base di questo progetto è nata osservando una scena di vita quotidiana, durante la quale mi sono reso conto che il nostro bisogno di rinnovare il guardaroba non è solo una questione di necessità pratica, ma anche di espressione personale attraverso l'abbigliamento. Questo è solo uno dei molteplici aspetti legati a un trend che, purtroppo, viene oggi soddisfatto sempre più spesso attraverso il fast fashion, comportando conseguenze negative per l'industria dell'abbigliamento.

Per questo motivo, ho deciso di cercare una soluzione che permettesse di esprimersi dinamicamente attraverso l'abbigliamento, ma che fosse anche sostenibile dal punto di vista ambientale. Così è nata l'idea di creare un guardaroba virtuale illimitato, composto da più di 100 capi, in modo da ridurre la produzione di abbigliamento. In questo modo, i consumatori possono orientarsi verso prodotti di qualità tendenzialmente più alta, aumentandone il tasso di utilizzo e garantendo un'ampia offerta alle aziende produttrici senza diminuire il loro brand value.

Cikis: La vostra azienda è nata come business B2C, tuttavia avete notato che sempre più brand stanno mostrando interesse per i sistemi di fashion renting. Di conseguenza, avete deciso di sviluppare anche un'attività B2B. Potreste spiegare come è avvenuto questo cambiamento e come funziona il vostro servizio ad oggi?

A: Attualmente, il nostro focus principale è sull'attività B2B, nonostante siamo nati come azienda B2C. Grazie a questo cambiamento di rotta, abbiamo acquisito competenze utili per comprendere meglio il mercato e le esigenze degli utenti, rispondendo alle richieste dei brand.

Abbiamo già lanciato un primo progetto con Pinko, chiamato Pinko Play, in cui abbiamo creato un servizio di fashion leasing su misura per l’azienda. Al momento, stiamo lavorando per definire nuove collaborazioni con altri brand internazionali, con cui possiamo lanciare delle versioni personalizzate dei nostri servizi in base alle loro strategie aziendali.

Il nostro servizio si basa sull'idea di inviare agli utenti dei set di capi che possono essere utilizzati come se fossero di loro proprietà. Se l'utente trova un capo particolarmente interessante, ha la possibilità di trattenerlo e acquistarlo, utilizzando i crediti inclusi nel piano scelto. Altrimenti, al termine del periodo di utilizzo (che può essere di 1,2 o 4 settimane, a seconda del piano), il corriere ritira il set di capi. In questo modo, i vantaggi del noleggio sono combinati alla possibilità di acquistare il proprio capo preferito.

Infatti, uno dei limiti che abbiamo riscontrato nelle nostre ricerche iniziali riguardo al futuro del noleggio era che molti utenti erano perplessi perché, una volta rispediti i capi non rimaneva loro nulla di materiale. Con la nostra combinazione di servizi, gli utenti hanno la possibilità di indossare e trattenere i loro capi preferiti.

Per quanto riguarda l’attività B2B, supportiamo i brand nella realizzazione delle loro piattaforme di fashion renting. Nel fare ciò, collaboriamo con partner esterni per gestire la logistica, il marketing e il customer service, offrendo un supporto completo nella definizione strategica iniziale. In questo modo, creiamo un servizio personalizzato in linea con la strategia aziendale e le esigenze dei nostri partner.Vantaggi ambientali della moda a noleggio

Cikis: Quante volte il capo viene utilizzato attraverso il business di in-sharing? Avete dei dati sul prolungamento della vita utile di un capo con il fashion sharing rispetto all'acquisto da parte di un singolo individuo?

A: Ci sono dati che indicano come ogni utente acquista in media 68 capi di abbigliamento all'anno, utilizzandoli in media soltanto sette volte. Il nostro obiettivo è quello di distribuire ogni capo per almeno dieci volte attraverso il noleggio.

Spesso i capi che vengono acquistati singolarmente restano inutilizzati nell'armadio per oltre il 95% del tempo e poi vengono dismessi senza possibilità di riciclo. Il nostro servizio non è finalizzato esclusivamente al noleggio, ma è pensato come un vero e proprio leasing, dove i prodotti vengono selezionati, acquistati e trattenuti dagli utenti che li apprezzano di più.

Cikis: Per implementare al meglio il servizio di noleggio è necessario definire sistemi di logistica inversa ovvero una riorganizzazione delle catene di approvvigionamento in modo tale da favorire il flusso inverso di prodotti e materiali. Ci racconti come si può implementare un sistema di logistica inversa efficace e a basso impatto ambientale? Quali sono le principali sfide che le aziende devono affrontare nell’implementazione di questo sistema?

A: Noi aiutiamo i nostri partner a gestire in modo più efficiente il ciclo di vita dei loro prodotti, anche dal punto di vista ambientale, al fine di evitare impatti negativi. La nostra gestione comprende la logistica per il ritiro dei capi, il loro ricondizionamento e lavaggio, nonché una movimentazione che non richiede l'applicazione di nuove etichette ad ogni utilizzo. 

Abbiamo avviato un progetto che prevede l'impiego della tecnologia RFID che, nonostante i costi maggiori rispetto alle etichette tradizionali, risulta estremamente funzionale in termini di tracciabilità inversa 

Per quanto riguarda il supporto tecnologico alle aziende per l'implementazione di questo nuovo modello di business, gestiamo direttamente queste iniziative. In questo modo, il brand non deve occuparsi da solo di tutto, ma può contare sulla nostra assistenza per gestire in modo più efficiente la logistica dell'e-commerce.

Sviluppi futuri del noleggio di abiti

 

Cikis: Per le aziende di moda è conveniente investire nel fashion ranting?

A: Assolutamente sì, anche se i brand incontrano ancora difficoltà nell'entrare in questo mercato a causa della complessità dei canali di distribuzione e delle opzioni di acquisto disponibili. 

Oltre alla monetizzazione del noleggio, c'è anche quella della rivendita, che ci consente di accedere a un mercato completamente nuovo e decisamente più ampio e di soddisfare le esigenze dei consumatori interessati alla sostenibilità e a un consumo più dinamico. Inoltre, è importante sottolineare che oltre il 70% dei nostri clienti sono ricorrenti, ovvero utilizzano il nostro servizio più volte al mese. Ciò non solo ci garantisce vantaggi economici ma anche l'opportunità di interagire in modo continuo con i nostri utenti, raccogliere dati preziosi e orientare la produzione in base alle esigenze del mercato. Grazie al profilo di ogni utente, infatti, si crea un rapporto duraturo che ci consente di estrarre informazioni e valori molto più elevati, trasformando un cliente occasionale in un cliente fedele al nostro brand.

Cikis: Il fenomeno del fashion renting sta finalmente prendendo piede anche in Italia. In quali paesi si sta assistendo a una crescita maggiore del fenomeno del fashion renting?

A: L'interesse per il fashion renting sta crescendo rapidamente anche in Italia, come dimostrato dall'evoluzione positiva del nostro progetto fin dalla sua nascita e dal notevole interesse dei consumatori italiani Tuttavia, il fenomeno è più maturo all'estero, dove il concetto di sostenibilità è più diffuso e i consumatori sono sempre più esigenti riguardo a comportamenti responsabili nel settore moda. Infatti, i paesi che hanno adottato maggiormente il fashion renting sono gli Stati Uniti, il Regno Unito e i paesi nordici.

Questa tendenza rappresenta una grande opportunità per il nostro settore, poiché contribuisce a rendere l'industria della moda più sostenibile e soddisfa la crescente domanda di consumatori attenti all'impatto ambientale dei loro acquisti. 

Cikis: Secondo te, quali sono i trend futuri che caratterizzeranno lo sviluppo del mercato nei prossimi anni? Inoltre, quali sono le cose a cui un'azienda dovrebbe prestare attenzione quando implementa un business model di questo tipo e quali sviluppi futuri dovrebbe considerare?

A: Sicuramente, c'è una crescente attenzione normativa che spinge l'intera industria a diventare più sostenibile, il che inevitabilmente accelererà il fenomeno del fashion renting

Riguardo alle tendenze future, si osserva un notevole interesse da parte delle nuove generazioni, in particolare dei millennials. Tuttavia, un aspetto interessante e inaspettato è l'interesse anche da parte delle fasce di età più avanzate, infatti abbiamo molti utenti over 50. L'incremento del potere di acquisto della classe media sta avvicinando sempre più le persone a questi nuovi trend e fenomeni, indipendentemente dalla loro innovatività. La convenienza di poter cambiare frequentemente, senza dover acquistare ogni volta qualcosa di nuovo, né doverlo gettare o rivendere quando non serve più, diventa particolarmente importante per coloro che vivono in città con spazi limitati.

Per quanto riguarda gli sviluppi tecnologici, sicuramente ci sono molte innovazioni che potrebbero contribuire a ridurre ulteriormente l'impatto ambientale del fashion renting. Ci aspettiamo quindi che ci saranno sempre più novità in futuro che permetteranno di migliorare l'efficienza e la sostenibilità del fashion renting.

Conclusioni 

 

Il fashion renting rappresenta una soluzione innovativa ed ecologica per il settore della moda, che consente alle aziende di ridurre l'impatto ambientale e al contempo di raggiungere i propri obiettivi di fatturato. 

Tuttavia, il cambiamento di modello di business richiede un adeguamento della strategia aziendale e un'attenta gestione della logistica per garantire un servizio di alta qualità ai propri consumatori. 

In questo contesto, il supporto degli esperti esterni può fare la differenza, aiutando le aziende a gestire questa transizione in modo efficace ottenendo il massimo dei risultati. 

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Francesca Poratelli
Per analizzare il tuo grado di sostenibilità

Dopo un’esperienza lavorativa in Yamamay ha deciso di specializzarsi nel campo della sostenibilità. Si è occupata di assessment di sostenibilità ambientale e sociale per aziende che spaziano dall’abbigliamento outdoor al merchandising tessile.

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