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Intervista a Comistra: lana rigenerata, innovazione e sostenibilità

La lana è una fibra naturale di origine animale che proviene da pecore, capre, cammelli, lama e alpaca. 

I capi di lana hanno una vita relativamente lunga, in quanto il loro ciclo vitale può estendersi fino a 20-30 anni. La lana, inoltre è un materiale facilmente riciclabile, anche se a livello globale la quota della produzione della lana riciclata corrisponde solo al 6% della produzione totale.

Nonostante i dati poco incoraggianti a livello globale, un noto hub per il riciclaggio della lana è presente in Italia, in particolare nel distretto di Prato che accoglie le migliori eccellenze del nostro Paese nella produzione della lana rigenerata.

Come si articola il processo di riciclo e quali sono le caratteristiche della lana rigenerata rispetto alla lana "tradizionale"?

Ne abbiamo parlato con Fabrizio Tesi, CEO di Comistra, azienda del distretto di Prato che produce lana rigenerata partendo dal recupero degli scarti dell'industria tessile.

Ascolta l’intervista

 

Cikis: Benvenuto Fabrizio, ci racconti la storia dell’azienda?


F: L’azienda nasce nel distretto di Prato che da 180 anni si occupa di riciclo tessile e di riportare a una seconda vita capi usati e sottoprodotti tessili che provengono dagli scarti degli impianti di produzione dei filati e dei tessuti. 

La nostra azienda nata in questo contesto possiede un impianto unico al mondo nel riciclo della lana. 

L’attività di riciclo si può effettuare in 3 modi:

  • Riciclo chimico;
  • Riciclo termico;
  • Riciclo meccanico.

Nella nostra azienda, ci occupiamo del riciclo meccanico che per noi è il processo più virtuoso da un punto di vista ambientale, sia in termini di emissioni di CO2 che di consumo di acqua.

Ritornando alla storia dell’azienda, mio nonno ha iniziato l’attività nel 1920 ma poi è stato mio padre a fondare nel 1951 la ditta Comistra che vuol dire Commercio Importazione Stracci. 

Il nome deriva dal fatto che gli stracci provenivano a Prato da tutto il mondo occidentale. E così iniziò la storia partendo dalle attività di selezione degli stracci usati, fondamentali per ottenere un prodotto riciclato di un unico colore. 

Dopo diversi anni, con il mio arrivo e quello di mia sorella, nel 1983, oltre alla cernita di stracci abbiamo acquistato impianti in grado di far ritornare al materiale fibroso gli indumenti usati. 

In seguito oltre alla selezione e alla trasformazione degli indumenti usati in materiale fibroso, l’azienda ha cominciato a produrre filati cardati per la vendita esterna ad altri clienti e per l’utilizzo all’interno di Comistra per la produzione di tessuti cardati sostenibili.

Questa è, in sintesi, la storia della nostra famiglia.

Il riciclo meccanico dei rifiuti tessili: vantaggi e sfide

 

Cikis: Ci hai parlato di diverse modalità di riciclo: quali sono i vantaggi del riciclo meccanico?


F: L’obiettivo del riciclo deve essere di non disperdere le materie prime, che dovranno essere impiegate per rinnovare gli stock esistenti. Dunque è necessario implementare processi di riciclo a basso impatto ambientale e che consentano di reimmettere nei cicli di produzione le materie prime seconde.

Ciò non accade nel caso del riciclo termico in quanto il materiale è bruciato per generare energia elettrica o calore garantendo solo una certa percentuale di beneficio ambientale.

Nel riciclo meccanico invece i chili di materiali che introduciamo nel nostro processo rimangono gli stessi al termine del riciclo e non vanno persi.

 

Cikis: La lana riciclata meccanicamente può essere ulteriormente riciclata? Inoltre, per aumentare il tasso di riciclo, quali sono gli ostacoli da superare?


F: Il riciclo di un prodotto dipende dalla sua progettazione. 

Nel nostro settore possiamo produrre i nostri filati in 2 diversi modi:

  • Open end: metodo utilizzato dai grandi brand perché i costi sono bassi rispetto al sistema self-acting. Il sistema open end necessita di fibre molto corte;
  • Sistema self-acting (tipica del distretto di Prato): necessita di fibre molto lunghe e ciò consente di riciclarle un numero maggiore di volte.

La progettazione del prodotto, dunque, influenza fortemente la quantità di processi di riciclo che le fibre possono subire. 

Per questo l’eco design è importante per rendere il prodotto più longevo e per facilitare i processi di riciclo.

Conclusioni

 

La quota globale relativa alla produzione di lana rigenerata corrisponde solo al 6%, tuttavia, qui in Italia e in particolare nel distretto di Prato sono presenti aziende virtuose che si occupano del riciclo della lana.

Il riciclo meccanico, secondo Fabrizio Tesi è considerato come molto virtuoso da un punto di vista ambientale perché non solo non prevede spreco di materiale ma è anche responsabile di meno consumi idrici ed emissioni inquinanti inferiori rispetto ad altre tipologie di processi.

Durante l’intervista è emerso un ulteriore aspetto essenziale per una moda più circolare e sostenibile. I processi di riciclo sono influenzati dalla progettazione del prodotto e, a tal proposito, l’eco design rappresenta uno strumento utile per facilitare la gestione del fine vita dei capi di abbigliamento.

L’implementazione di pratiche di sostenibilità richiede un approccio sistemico e olistico, in grado di valutare le performance di un prodotto “dalla culla alla tomba”.

Noi di Cikis supportiamo le aziende nella definizione una strategia di sostenibilità a 360° con l’obiettivo di aiutare le azienda a implementare pratiche virtuose da un punto di vista ambientale e a comunicare adeguatamente i risultati raggiunti.

 

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Claudio Ventura
Esperto in economia circolare

Dopo aver conseguito la laurea in Economia Aziendale (percorso in Eco-management), ha approfondito ulteriormente le tematiche legate alla sostenibilità ambientale ottenendo un Master di II Livello in Economia Circolare presso il Politecnico di Bari.

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