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di Francesca Poratelli
2021/05/31


Better cotton initiative (BCI): in cosa consiste?


Better cotton initiative (BCI): in cosa consiste?

 

Fondata nel 2005 da un consorzio di imprese e organizzazioni non governative, Better Cotton Initiative è la più grande NPO del mondo che mira ad affermare uno standard valido a livello mondiale per grarantire una coltivazione più sostenibile del cotone. 

Per raggiungere questa missione, i coltivatori con licenza BCI (ovvero 2,3 milioni provenienti da 23 paesi dei cinque continenti) sono istruiti ad attuare pratiche di produzione più sostenibili dal punto di vista ambientale, sociale ed economico. Ciò significa utilizzare l’acqua in modo più efficiente, ridurre al minimo l’uso di prodotti chimici e gli effetti negativi dei pesticidi e migliorare le condizioni di vita e lo sviluppo economico dei coltivatori di cotone. 

La coltivazione del cotone BCI si svolge separatamente rispetto a quella del cotone convenzionale. Dopo la raccolta e la sgranatura si ottengono balle cosiddette “Better Cotton”, assorbite sul mercato dai membri della BCI, che possono essere rintracciate attraverso un sistema che calcola il bilancio di massa lungo la filiera della produzione e della fornitura. 

L’attività del Better Cotton Initiative si basa sull’impegno di una folta e solida membership costituita da persone e organizzazioni che coprono l’intera filiera globale del cotone, che vanno dalle organizzazioni di agricoltori ai marchi del settore tessile e della moda, e che insieme affrontano gli impatti negativi della produzione di cotone tradizionale sostenendo la produzione e l’approvvigionamento di un cotone coltivato in linea con i principi e i criteri di Better Cotton. 

I membri sono rappresentati da un Consiglio, il cui ruolo è garantire che BCI abbia una chiara direzione strategica e una politica adeguata per adempiere con successo alla sua missione. Ne fanno parte organizzazioni della società civile (PAN UK, Solidaridad),  brand e rivenditori (Levi Strauss & Co, Adidas, Hennes & Mauritz), produttori (Cotton Australia, Supima), fornitori (Anandi, Basil Commodities Pvt. Ltd.) e autonomi (Joost Oorthuizen, Amit Shah).

Il Better cotton standard system

 

Il Better Cotton Standard System (BCSS) è un approccio olistico alla produzione di cotone più sostenibile che copre tutti e tre i pilastri della sostenibilità: ambientale, sociale ed economica. Tali pilastri sono rappresentati da sei punti chiave, indispensabili per sostenere la credibilità di Better Cotton e della BCI.

Better cotton initiative
  1. Principi e criteri di produzione, che intendono fornire una definizione globale di “Better Cotton” attraverso 6 principi chiave.

Better Cotton è prodotto da agricoltori che: 

  • riducono al minimo l’impatto nocivo delle pratiche di protezione delle colture;utilizzano l’acqua in modo efficiente e si prendono cura della disponibilità di acqua;
  • si prendono cura della salute del suolo;
  • conservano gli habitat naturali;
  • si prendono cura e preservano la qualità della fibra;
  • promuovono il lavoro dignitoso.
  1. Costruzione della conoscenza, atta a sostenere e formare gli agricoltori nella coltivazione di Better Cotton, attraverso il lavoro con partner esperti sul campo;
  2. Programma di assicurazione, che prevede una regolare valutazione dell’azienda agricola e la misurazione dei risultati attraverso indicatori di risultati coerenti;
  3. Catena di custodia, il cui compito è collegare  l’offerta e la domanda nella filiera Better Cotton. Per “catena di custodia” si intende la documentazione, o la traccia cronologica, che mostra l’ordine di proprietà nella catena di approvvigionamento di Better Cotton, ed è il meccanismo chiave per determinarne l’autenticità;
  4. Quadro dei reclami, con cui si diffonde una maggiore consapevolezza dell’utilizzo di Better Cotton, comunicando dati, informazioni e storie dal campo.
  5. Risultati e impatto, ovvero i meccanismi di monitoraggio e valutazione per misurare i progressi e i cambiamenti, al fine di garantire che Better Cotton produca l’impatto desiderato.

Cosa significa il logo BCI e quali sono i requisiti per il suo utilizzo

I membri della BCI hanno la possibilità di utilizzare l‘imballaggio del prodotto come strumentoper comunicare ai consumatori il loro impegno per una produzione di cotone più sostenibile

Il logo BCI presente sulla confezione indica al consumatore che il prodotto al suo interno è a maggioranza cotone ed è stato acquistato da un marchio o da un rivenditore che si impegna a procurarsi Better Cotton e a investire nella formazione dei coltivatori BCI.

Solo i membri BCI possono utilizzare il marchio certificato su un prodotto, ma ad una solo condizione: ogni membro è tenuto ad acquistare almeno il 10% del proprio cotone come Better Cotton, con l’obiettivo di acquistarne almeno il 50% entro cinque anni. La BCI lavora a stretto contatto con i suoi membri per verificare la loro credibilità e che il loro impegno sia effettivamente in linea con il programma.

Il concetto di mass-balance: un vantaggio o un rischio?

 

La BCI lavora con il controllo e la tracciabilità secondo un principio chiamato bilancio di massa, checonsiste nel tener traccia del volume globale totale di Better Cotton, consentendo di sostituirlo o mescolarlo con cotone convenzionale, a patto che volumi equivalenti vengano acquistati come Better Cotton.
 

Better cotton initiative

Ad esempio, se un rivenditore effettua un ordine per dei capi finiti a cui richiede di associare una tonnellata metrica di Better Cotton, un coltivatore di cotone con licenza BCI dovrà produrre una quantità equivalente di cotone rispettando il Better Cotton Standard System. Ciò viene quindi registrato nel sistema della catena di approvvigionamento, trasferendo i crediti (i volumi di Better Cotton ordinati da brand o retailer della membership BCI) da una fabbrica all’altra. Ciò che ne risulta è la quantità equivalente di cotone che l’agricoltore ha prodotto come Better Cotton, che è stata però mescolata con cotone convenzionale nel suo viaggio dal campo al prodotto finale. 

Tale processo necessita lungo la catena di approvvigionamento di un dispendio di tempo e denaro inferiore rispetto a quanto richiederebbe il tracciamento fisico della materia prima. BCI opera con una finalità innanzitutto educativa ed umanitaria: un processo meno rigido di tracciabilità permette di poter essere gestito in maniera più semplice e con meno costi, così da raggiungere un numero maggiore di coltivatori di cotone e favorire così l’incremento della domanda di Better Cotton da parte delle aziende. Tuttavia, la minore tracciabilità non garantisce in alcun modo la presenza di materiale certificato in ogni prodotto finale.

In seguito alle critiche mosse da alcune aziende verso questo sistema, nonché  alle preoccupazioni sollevate dai media sulle presunte accuse di lavoro forzato nella regione cinese dello Xinjiang, che fornisce più di un quinto del cotone mondiale, la BCI ha rivelato di voler sviluppare entro il 2022 un nuovo sistema capace di offrire la piena tracciabilità fisica del suo cotone

La posizione di BCI riguardo al Cotone dello Xinjiang

 

Dopo aver ricevuto diverse lamentele dai fornitori e dai consumatori per aver ignorato il controllo di qualità dei suoi prodotti, così come i problemi di sfruttamento lavorativo in alcuni Paesi, la BCI ha annunciato a marzo 2020 la sospensione delle sue attività nella regione dello Xinjiang per la stagione 2020/2021, incaricando un esperto di documentare la situazione nella Cina occidentale e  continuando a garantire il suo sostegno agli agricoltori locali durante tutto il periodo. 

La risposta della Cina non si è fatta attendere: il tentativo di contrastare le accuse di lavoro forzato che circondano l’industria del cotone del paese è sfociato in un boicottaggio dei brand occidentali, per poi dare i suoi frutti con la rimozione di una dichiarazione chiave dalla pagina web della BCI. Secondo quanto riferito dall’organizzazione, l’articolo non sarebbe risultato più visibile poiché il suo sito sarebbe stato oggetto di ripetuti attacchi informatici.

Differenze con le altre certificazioni sul cotone

 

Le certificazioni e i programmi di affiliazione relativi al cotone organico sono moltissimi e, oltre alla Better Cotton Initiative, le più utilizzate a livello mondiale sono senza dubbio il Global Organic Textile Standard e l’Organic Cotton Standard

Come abbiamo visto precedentemente, nonostante le ultime dichiarazioni in merito alla tracciabilità delle materie prime, la BCI non è una certificazione concepita per seguire il prodotto dalla coltivazione fino alla sua fase finale, al contrario di GOTS e OCS.

A differenza della BCI, il Global Organic Textile Standard possiede, inoltre, un protocollo con criteri molto severi che garantiscono la tutela dell’ambiente dai processi di produzione delle aziende chimiche e tessili e non ammette né l’uso di OGM né di pesticidi

Lo standard OCS si applica a tutti i processi manifatturieri tessili, ma è meno rigido del GOTS sul rispetto della normativa sociale e sull’utilizzo dei prodotti chimici. 

In quanto alle aree agricole, la Better Cotton Initiative provvede alla loro manutenzione attraverso un sistema combinato di irrigazione artificiale e di recupero dell’acqua piovana, mentre il Global Organic Textile Standard e l’Organic Cotton Standard preferiscono ricorrere all’acqua piovana (75-80%). D’altro canto, l’agricoltura biologica nella coltivazione del cotone copre appena lo 0,87% della produzione totale di cotone, comportando quindi la necessità di ricorrere ad altri sistemi. La BCI permette quindi un incremento  dell’offerta.

Le opzioni a disposizione, quindi, sono diverse e ciascuna con pro e contro.

Cikis aiuta a selezionare i tipi di materiali e gli standard più adatti agli obiettivi delle singole aziende, individuando insieme i vantaggi e i rischi di ciascuna opzione in modo da fare scelte più consapevoli

 

 

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di Francesca Poratelli
2021/05/31


Better cotton initiative (BCI): in cosa consiste?


Francesca Poratelli
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Dopo un’esperienza lavorativa in Yamamay ha deciso di specializzarsi nel campo della sostenibilità. Si è occupata di assessment di sostenibilità ambientale e sociale per aziende che spaziano dall’abbigliamento outdoor al merchandising tessile.

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