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di Claudio Ventura
2022/08/30


Le certificazioni di sostenibilità per la lana


Le certificazioni di sostenibilità per la lana

La lana è una fibra naturale di origine animale che proviene da pecore, capre, cammelli, lama e alpaca. È biodegradabile, ignifuga, elastica, in grado di trattenere l’acqua e ha un’ottima tenuta termica: considerando tali proprietà la lana è perfetta per realizzare indumenti invernali.

Tuttavia, secondo Textile Exchange, la produzione della lana potrebbe provocare diversi danni all’ambiente e al benessere degli animali, se non prodotta nel modo migliore. Ad esempio il pascolo eccessivo delle pecore sui prati può provocare la degradazione e l’erosione del suolo.

Inoltre, c’è molta preoccupazione per il benessere degli animali per quanto riguarda le procedure di allevamento e la tosatura. A tal proposito, una pratica particolarmente controversa è il mulesing, ovvero una procedura molto applicata in Australia, in cui la pelle attorno alle natiche delle pecore viene rimossa per prevenire le infezioni parassitarie. 

L’animal welfare è un tema rilevante anche per i consumatori: secondo un’indagine effettuata da Fashion Revolution nel 2020, il 29% dei soggetti intervistati ha affermato che è fondamentale che i capi acquistati siano stati fatti evitando il maltrattamento degli animali.

 

In che modo un'azienda può assicurarsi di acquistare lana sostenibile?

 

Le aziende del settore tessile e moda, per assicurarsi di acquistare lana prodotta responsabilmente, devono necessariamente tracciare la filiera. Le certificazioni, ad esempio, rientrano tra gli strumenti che un’impresa può utilizzare per garantire una maggiore tutela degli ecosistemi naturali e del benessere degli animali.

Le aziende, inoltre, dovrebbero impegnarsi a instaurare rapporti solidi e di lungo termine con i fornitori, con l’obiettivo di migliorare la qualità, la quantità e la trasparenza della lana acquistata. In particolare i marchi dovrebbero collaborare con i loro fornitori co-creando KPI relativi alla biodiversità, alla gestione del territorio e alla riduzione degli scarti negli allevamenti.

Esistono anche degli strumenti che assicurano la provenienza della lana da fattorie che adottano pratiche sostenibili dal punto di vista ambientale e del benessere animale. Tra i vari strumenti presenti sul mercato, vi sono anche le certificazioni specifiche per la lana a ridotto impatto. 

In questo articolo quick-start, adatto per chiunque sia interessato ad avere una panoramica iniziale sulla tematica, analizzeremo le principali certificazioni per la lana di pecora, ovvero:

 

 

La certificazione Responsible Wool Standard

 

Il Responsible Wool Standard (RWS) promosso da Textile Exchange, un’organizzazione globale non-profit attiva nel favorire lo sviluppo sostenibile e responsabile del settore tessile, è uno standard globale volontario che si occupa del benessere degli animali e della terra su cui pascolano. Si tratta di una certificazione no mulesing e, affinché un prodotto sia etichettabile RWS, deve contenere il 100% della lana certificata RWS.

La certificazione RWS garantisce che la lana proviene da allevamenti di ovini gestiti in modo responsabile, dimostrando il rispetto delle Cinque Libertà per la tutela del benessere animale:  

  • libertà dalla fame, dalla sete e dalla malnutrizione; 
  • libertà dai disagi ambientali; 
  • libertà dal dolore, dalle malattie e dalle ferite; 
  • libertà dalla paura e dallo stress;
  • libertà di esprimere un comportamento normale.

Lo standard RWS assicura la tracciabilità dell’intero processo produttivo dall'azienda zootecnica al venditore della transazione finale business to business dal momento che tutti i siti devono essere certificati. 

Gli obiettivi dello standard sono molteplici: assicurarsi che la lana non provenga da animali che abbiano subito danni inutili, ricompensare l'industria della lana per il forte benessere degli animali, la gestione del territorio e le pratiche di benessere sociale, garantire il tracciamento lungo la supply chain dalla fattoria al prodotto finale e creare un punto di riferimento per l'industria per guidare i miglioramenti nella cura degli animali, nella gestione del territorio e nel benessere sociale dove necessario. 

Lo standard fornisce all'industria uno strumento per riconoscere le migliori pratiche degli allevatori e garantire che la lana provenga da allevamenti che hanno un approccio progressivo alla gestione della propria terra e praticano il rispetto olistico per il benessere animale delle pecore.

I singoli siti sono infine certificati da organismi di certificazione indipendenti mediante audit annuali.
 

La certificazione Nativa precious fiber

 

NATIVA™ è stata lanciata da Chargeurs Luxury Materials, leader mondiale nella lana pettinata di lusso, per garantire la tracciabilità, la sostenibilità, il benessere degli animali e la responsabilità sociale d'impresa lungo tutta la filiera.

Infatti, il Protocollo NATIVA™ certifica ogni passaggio della supply chain e garantisce:

  • Benessere Animale: ogni allevatore ha un piano di gestione, che valuta l'alimentazione, l'allevamento, il comportamento e la salute degli animali e le infrastrutture. Il benessere è tutelato, inoltre, attraverso procedure di tosatura non stressanti per gli animali;
  • Gestione del territorio/ambiente: le aziende agricole certificate devono essere gestite in modo sostenibile, tutelando l’ambiente e il territorio. Le strutture devono ridurre il proprio impatto sull’ambiente o evitarlo del tutto;
  • Responsabilità Sociale d'Impresa: Chargeurs Luxury Materials si impegna a rispettare, difendere e applicare i principi in materia di diritti umani, lavoro, ambiente e anticorruzione sia a livello agricolo che industriale, garantendo il miglioramento del benessere socio economico degli agricoltori e delle loro comunità.

La certificazione NATIVA™ su basa sull’utilizzo della tecnologia Blockchain, che può aiutare a garantire tracciabilità e trasparenza lungo l'intera catena del valore. Per ogni prodotto di ogni marchio viene generato un QR Code univoco. 

I clienti possono scansionare il codice QR per visualizzare il sito web NATIVA™ Blockchain, dove possono tracciare in tempo reale il viaggio della propria lana, dalla fattoria al brand.

 

La certificazione ZQ

 

ZQ è una certificazione di lana merino che garantisce il benessere degli animali e al rispetto di standard ambientali. Si tratta di uno standard no mulesing.

Lo standard ZQ, nato in Nuova Zelanda, assicura:

  • Benessere degli animali: i coltivatori che forniscono lana ZQ sono tenuti a prendersi cura del proprio bestiame in conformità con le 5 libertà fondamentali per la tutela del benessere animale;
  • Sostenibilità ambientale: tutti i coltivatori ZQ creano un Piano Ambientale Territoriale per gestire gli impatti relativi alle loro singole proprietà;
  • Qualità della fibra: la cattiva salute e lo stress sperimentato dalle pecore incidono sulla qualità del prodotto finale dal momento che il diametro della fibra può presentare forme irregolari. La gestione del bestiame in modo etico e sostenibile garantisce un diametro più uniforme della fibra e, dunque, una qualità superiore;
  • Tracciabilità: ZQ assicura la tracciabilità della lana lungo tutta la filiera;
  • Responsabilità sociale: ZQ promuove luoghi di lavoro sicuri e salubri, salari equi a tutti i lavoratori nelle fattorie, oltre che alla salute e al benessere della comunità locale.

 

La certificazione SustainaWOOL

 

Il protocollo SustainaWOOL™ Integrity Scheme definisce il benchmark per gli standard di sostenibilità all’interno del sistema di produzione della lana in Australia e garantisce ai consumatori integrità e tracciabilità lungo tutta la filiera produttiva. E’ uno standard no mulesing e, affinché un prodotto sia etichettabile SustainaWOOL, è sufficiente che almeno il 5% della lana sia certificata SustainaWOOL.

Il SustainaWOOL Integrity Scheme copre 6 pilastri chiave dei sistemi di produzione della lana:

  • Salute e benessere delle pecore: SustainaWOOL definisce standard accettabili a livello internazionale per il benessere degli ovini, basati sulle 5 libertà del benessere degli animali. I coltivatori sono valutati per 23 distinti indicatori relativi alla salute salute e al benessere;
  • Gestione ambientale e strutture agricole: SustainaWOOL definisce standard accettabili a livello internazionale per la gestione delle aziende agricole. In particolare gli standard includono pratiche per la gestione della terra e dei prodotti chimici e la salute e la sicurezza sul lavoro;
  • Gestione dei registri e della documentazione: SustainaWOOL richiede ai coltivatori di dimostrare la competenza nella tenuta dei registri relativi alla gestione delle scorte, trattamenti sanitari e veterinari, uso e stoccaggio sostanze chimiche;
  • Qualità della lana: SustainaWOOL definisce gli standard per la raccolta e il confezionamento della lana, per ridurre al minimo il rischio di danni alle pecore e per garantire standard elevati di qualità della lana. Solo quei lotti di lana preparati e confezionati secondo gli standard possono essere identificati come certificati SustainaWOOL;
  • Responsabilità sociale: SustainaWOOL richiede ai coltivatori di garantire che il personale sia adeguatamente formato e istruito e pienamente conforme a tutte le normative applicabili in materia di salute e sicurezza sul lavoro e occupazione;
  • Tracciabilità: SustainaWOOL richiede che tutte le pecore siano etichettate in modo sicuro per consentire l'identificazione individuale secondo lo standard nazionale e che siano regolarmente monitorate.


La lana riciclata

 

L’opzione riciclata è un’ottima alternativa a quella vergine preferred, sia perché garantisce un impatto ambientale ridotto, sia perché la lana si contraddistingue per essere un materiale facilmente riciclabile. Scegliere di utilizzare lana riciclata, quindi, rappresenta un modo per promuovere questo segmento di mercato, che attualmente è pari al 6% della produzione totale di lana, e le eccellenze italiane: un noto hub per il riciclaggio della lana è infatti Prato, in Italia. I produttori tessili del distretto hanno perfezionato, negli anni, il proprio mestiere e oggi la manodopera pratese è molto ricercata.

Un’azienda virtuosa in fatto di lana riciclata è, ad esempio, proprio un cliente di Cikis Studio: Filpucci spa, azienda storica del distretto tessile italiano che lavora attraverso una struttura di portata internazionale e una fitta rete di poli e impianti specializzati nella produzione di filati creativi per la maglieria d’alta gamma (clicca qui per dare un'occhiata alle attività che abbiamo svolto assieme a Filpucci spa).

Dal 2015 Filpucci lavora in partnership con Re-Verso, una supply chain italiana che fornisce fibre di eccellente qualità prodotte con un basso impatto ambientale in quanto reingegnerizzate da selezionati scarti pre-consumer.

Attraverso la rete di fornitori dell’azienda, Filpucci seleziona fibre di lana e cashmere che rispettano due prerequisiti: la monomaterialità del prodotto da riciclare e l’appartenenza ad una filiera produttiva 100% certificata GRS.

Tra le certificazioni adottabili per la lana riciclata vi sono:

  • GRS (Global Recycled Standard): rispetto allo standard RCS, GRS prevede criteri di tutela sociale oltre a quella ambientale. Affinchè un prodotto sia certificato GRS è necessario che contenga almeno il 20% delle fibre riciclate. Per essere invece etichettato GRS è necessario che ne contenga almeno il 50%.
  • RCS (Recycled Content Standard): lo standard RCS prevede due tipologie di etichettatura; un prodotto è etichettabile RCS 100 se almeno il 95% delle fibre è riciclato, mentre è etichettabile RCS Blended se anche solo il 5% delle fibre è riciclato.
     

Vantaggi e limiti delle certificazioni di sostenibilità 

 

Sono diverse le criticità ambientali e relative al benessere degli animali generate dalla produzione della lana. Per poter affrontare tali problematiche le aziende possono adottare diverse certificazioni che assicurano la tutela del benessere animale e degli aspetti ambientali e sociali lungo tutta la filiera.

Le certificazioni di sostenibilità, inoltre, sopperiscono alle carenze normative, favoriscono l’acquisto consapevole e permettono di acquisire maggiore credibilità agli occhi dei clienti.

Nonostante ciò, è comunque buona norma conoscere il mondo delle certificazioni a 360°. È possibile riscontrare alcuni limiti

  • Non sempre è garantita l’indipendenza degli organi di certificazione, in particolare in Paesi produttori in cui il livello di corruzione è elevato 
  • I criteri di applicazione degli standard non sono sempre trasparenti e non consentono un controllo pubblico 
  • Ciascuna certificazione copre un numero limitati di aspetti ambientali e sociali 
  • L’elevato numero di certificazioni e standard crea confusione nei consumatori e nelle aziende 
  • Diversi brand si dotano di standard elaborati autonomamente 
  • La compliance agli standard deve essere garantita da audit periodici 
  • È necessario un aggiornamento costante degli standard per garantire la copertura di criticità emergenti nel corso del tempo

Per ovviare ad alcuni dei limiti sopra elencati sarebbe utile, ad esempio, avere la possibilità di accedere a report pubblici che forniscono dati sulla riduzione di impatto degli allevamenti che hanno aderito agli schemi di certificazioni, informazioni difficilmente reperibili al giorno d’oggi. 

Questa importante carenza informativa porta le aziende a riconoscere con difficoltà l’opzione più sostenibile, ovvero quella caratterizzata per avere il minor impatto lungo la filiera.
 

Conclusioni

La scelta della certificazione adatta per le proprie esigenze aziendali, quindi, non è semplice.

Per questo motivo Cikis supporta la tua azienda nell’individuazione e acquisizione della certificazione di sostenibilità più adatta al tuo business in base agli aspetti ambientali, sociali e del benessere animale che si ha intenzione di tutelare.

Ottieni la certificazione più adatta alla tua azienda con l'aiuto di Cikis!

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di Claudio Ventura
2022/08/30


Le certificazioni di sostenibilità per la lana


Claudio Ventura
Esperto in economia circolare

Dopo aver conseguito la laurea in Economia Aziendale (percorso in Eco-management), ha approfondito ulteriormente le tematiche legate alla sostenibilità ambientale ottenendo un Master di II Livello in Economia Circolare presso il Politecnico di Bari.

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