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Tessuti riciclati ecosostenibili: quali sono i migliori in vendita e come selezionarli

Nel 2018, le fasi di coltivazione e produzione della materia prima necessaria alla creazione dei tessuti hanno rappresentato da sole il 38% delle emissioni totali di gas serra dell’intera industria della moda. Per il colosso Kering, nel 2019, esse sono state responsabili del 36% delle emissioni totali di gas serra e del 32% di consumo di suolo.  In una logica di decarbonizzazione, la scelta di materiali riciclati è quindi essenziale per ridurre l’impatto del settore: basti pensare che il poliestere riciclato (rPET) garantisce il 40% di emissioni in meno del suo corrispettivo tradizionale.

Quali aspetti considerare per scegliere tessuti riciclati ecosostenibili?

 

Tessuti riciclati: con quale percentuale?

Nella scelta dei tessuti riciclati è cruciale verificare la percentuale di materiale riciclato caso per caso, poiché a diverse certificazioni corrispondono percentuali minime di riciclato diverse, che possono per esempio scendere fino al 5% nel caso del Recycled Claim Standard Blended. Più la percentuale è significativa più si è certi di scegliere tessuti che non richiedano la produzione di nuove materie prime e vadano quindi a ridurre notabilmente gli impatti. Percentuali di materiale riciclato più basse, per contro, implicano un uso più ingente di materiali vergini. Un esempio è quello della pelle bio-based: in alcuni casi infatti, per la creazione del tessuto, gli scarti organici vengono combinati con poliuretano (PU), materia derivata da fonti non rinnovabili. Uno dei certificati più stringenti è il GRS. Possono essere certificati in accordo allo standard GRS tutti i prodotti che siano composti per almeno il 20% da materiali riciclati, ma solo i prodotti che contengono almeno il 50% di materiali da riciclo possono essere etichettati come GRS. Questa certificazione garantisce anche il rispetto di alti standard chimici.

 

Tessuti riciclati: attraverso quale processo di produzione?

Le alternative riciclate non sono a loro volta completamente esenti da impatto: conoscerne i differenti processi produttivi è essenziale per scegliere la più adatta alle esigenze aziendali. I principali metodi di produzione di tessuti riciclati sono due: il riciclaggio meccanico e quello chimico. Il metodo meccanico consiste nel triturare il materiale per fargli assumere una forma simil-fibrosa. Attraverso questo processo però, la fibra può perdere qualità e dover quindi essere miscelata con altra fibra vergine (soprattutto nel caso del cotone), andando a indebolire la riduzione degli impatti. Il metodo chimico, invece, consente il recupero di un prodotto più pregiato. A questo proposito, è però importante verificare il processo chimico con cui gli scarti vengono rielaborati. Nel caso del cupro, fibra di cellulosa rigenerata da scarti di cotone pre-consumer e completamente biodegradabile, questo processo implica metalli pesanti potenzialmente impattanti ma avviene a ciclo chiuso, quindi senza dispersioni ed effetti negativi per l’ambiente.

 

Tessuti riciclati: la riciclabilità a fine vita

Scegliere tessuti riciclati che siano a loro volta riciclabili è importante per garantire un’ulteriore ottimizzazione degli impatti e raggiungere quindi un maggior grado di sostenibilità. In questo senso, la monomatericità è il principale criterio da tenere presente: se costituito da un unico materiale, il prodotto che entra nel flusso di riciclaggio può essere riciclato meccanicamente o chimicamente senza sprechi, manipolazioni, tempi o costi aggiuntivi. Per favorire la riciclabilità, si consiglia quindi di adottare tessuti riciclati monomateriali (composti almeno dal 97% di una stessa fibra) o che comunque abbiano un tessuto dominante (almeno l’80%). Ancora, è utile scegliere tipi di fibre con migliori profili di riciclabilità (tra le fibre sintetiche, per esempio, invece del PVC è meglio privilegiare il nylon 6). Un modo per rendere più facilmente riciclabili gli indumenti – che siano in tessuti riciclati o meno – è quello di disegnare i capi minimizzando le cuciture e rendendo rimovibili o estraibili le componenti esterne come cerniere o bottoni ed etichette.

 

Vendita di tessuti riciclati dalla plastica, dal cotone, dalla lana: alcuni produttori

  • Brunello SpA.: fondata nel 1927, Brunello S.p.A. è votata alla sostenibilità dei prodotti e alla loro tracciabilità. Tra le loro materie prime il già citato cupro, ma anche poliammide e poliestere riciclati.
  • Gianni Crespi foderami: specializzata nella produzione di fodere per abbigliamento, quest’azienda si impegna in un severo piano di controllo che coinvolge l’intera catena di fornitura e la totalità dei processi e privilegia le materie prime riciclate.
  • Gruppo Cinque SpA.: tra le innovative materie prime offerte da questa azienda ci sono poliestere e nylon rigenerati.
  • REFIBRA™: è la tecnologia creata da Lenzing che prevede l’upcycling di scarti di cotone pre-consumer derivati dalla produzione di indumenti. Trasformati in polpa di cotone, un terzo di essi viene utilizzata per produrre nuove fibre vergini di TENCEL™ Lyocell.
  • Mapel S.p.A: specializzata nella produzione di tessuti a maglia in lana, lana mohair e sintetici per il settore moda, Mapel fa parte del progetto Re-Verso™, di cui abbiamo parlato qui.
  • De Martini Bayart & Textifibra SpA: l’azienda impiega fibre di recupero a partire da lana e cotone.
  • Comistra: quest’azienda pratese, attiva da quasi cent’anni, è un’eccellenza nella rigenerazione della lana.

Vuoi scoprire altri produttori di tessuti ecosostenibili riciclati? Ne abbiamo citati altri in questo articolo. Per le aziende che vogliano donare i loro scarti tessili, oltre a Re-Verso™, esistono altri sistemi virtuosi: Project53 di Manteco e i progetti portati avanti da Astri, l’associazione tessile riciclato italiana, nata con la volontà di valorizzare la produzione di tessuti rigenerati che nella zona di Prato viene fatta da decenni.

I limiti della produzione di tessuti riciclati

  • Disponibilità sul mercato:
    Un forte limite dei tessuti riciclati è l’offerta ancora troppo ridotta. Nel caso del poliestere riciclato, la quota di mercato è in aumento e ha raggiunto il 14% nel 2019, ma non sta ancora avanzando alla velocità richiesta. Per questa fibra poi, la moda, si è finora in gran parte affidata al riutilizzo di bottiglie di plastica, che sono però sempre più contese dall’industria del packaging. Questo potrebbe far rimanere la quota di rPET utilizzato dalla moda intorno al 20% nel 2030.
  • Condizioni dei lavoratori
    Mentre le condizioni sociali nelle fabbriche sono oggetto di attenzione crescente da parte delle aziende, le condizioni di vita e di sussistenza delle comunità che si occupano della raccolta dei rifiuti spesso non sono ancora sufficientemente considerati.
  • Riciclabilità limitata:
    Un altro limite è quello della riciclabilità limitata del processo meccanico, come spiegato poco sopra.
  • Compromessi creativi:
    Se in termini di comfort, elasticità e durabilità la maggior parte dei tessuti riciclati raggiunge performance più che soddisfacenti, è vero però che esistono alcune limitazioni rispetto a effetti decorativi normalmente realizzabili sul tessuto. Ne abbiamo parlato nell’intervista a Flavio Berto, Amministratore Delegato di Berto Industria Tessile.
  • Da usare sì, ma insieme ad altre leve:
    Adottare tessuti riciclati senza agire su altre leve non consente un sufficiente abbattimento delle emissioni. L’aumento dell’utilizzo di poliestere riciclato in un dato anno infatti, ha un potenziale di riduzione delle emissioni più basso dell’adozione del 100% di energia rinnovabile nei Paesi di produzione, come attestato dal report Fashion on Climate.

Tessuti riciclati, rigenerati, biologici o bio-based? Cikis ti aiuta nella scelta

Oltre ai tessuti riciclati, le alternative di materiali tessili meno impattanti includono le fibre rigenerate, quelle biologiche o quelle bio-based. Fare la scelta migliore in termini di sostenibilità non è semplice, specie quando è necessario coniugarla alle esigenze e priorità aziendali. Cikis si occupa quindi di guidare le aziende nella scelta dei tessuti meno impattanti e al tempo stesso più adatti alle performance desiderata per le collezioni.

 

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Serena Moro
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Consulente di sostenibilità specializzata nelle attività di pianificazione, con un’attenzione specifica allo sviluppo di filiere sostenibili e tracciate.
Ha fondato Cikis per portare un impatto concreto nel mondo della moda.

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